Simone Barlaam è insaziabile: dopo aver conquistato tre ori alle Paralimpiadi di Parigi 2024, il 24enne di Milano è pronto ad alzare ulteriormente l'asticella e puntare a nuovi trionfi nel quadriennio che condurrà il nuoto paralimpico a Los Angeles 2028. Il portacolori delle Fiamme Oro, che si allena al David Lloyd Malaspina Club di Peschiera Borromeo, ha trovato una nuova dimensione grazie allo sport dopo aver trascorso un'infanzia difficile a causa di una coxa vara e una ipoplasia congenita del femore destro che l'hanno portato a sottoporsi a dodici operazioni chirurgiche. Un trauma che non gli ha impedito di diventare uno dei big del nuoto italiano e che potrebbe consentirgli di rafforzare il proprio posto nella storia grazie a eventuali altri record.
A Parigi come ha gestito la pressione dopo le vittorie ottenute a Tokyo?
Non c'era da ripetersi perché nello sport, che è incredibilmente democratico, è necessario guadagnarsi tutto da zero. Ogni volta che si sale sul blocchetto, si riparte da zero. Non sono partito pensando a quello che gli altri si aspettavano da me, ma concentrandomi totalmente su quello che avrei potuto fare per me stesso.
Com'è riuscito a migliorarsi dopo aver già conquistato quattro medaglie alle precedenti Paralimpiadi?
Tokyo è stato molto difficile per molti di noi a causa del Covid. Ho dovuto far i conti con alcuni miei fantasmi. Quello è stato un fattore che mi ha permesso di fare un passo in avanti, tuttavia migliorarsi è sempre l'obiettivo primario. Conoscendosi sempre più a fondo, diventa più facile migliorarsi tanto da diventare automatico.
Quali sono state le differenze che ha notato fra un'edizione delle Paralimpiadi e l'altra?
Semplicemente in una c'era il Covid e l'altra no, e questo l'ha resa molto più aperta. Tokyo doveva esser una grande Paralimpiade, ma a causa del Coronavirus, l'impianto era pressoché vuoto e tutto ciò è stato terribile. A Parigi il villaggio olimpico era più piccolo, ma al tempo stesso decisamente più vivo, a prova d'uomo. Il pubblico francese è stato molto caloroso, si sono fatti sentire un sacco e ciò è stato bellissimo.
Dove conserva tutte le medaglie che ha conquistato in questi anni?
Le medaglie più importanti sono in un luogo sicuro, mentre la maggior parte conquistate ai Campionati Italiani o in Coppa del Mondo, sono appesi in casa su una sorta di appendiabiti.
Durante l'infanzia ha dovuto subire dodici operazioni. Quanto l'ha aiutata il nuoto per riprendersi?
L'acqua è stata una costante soprattutto durante le fasi di riabilitazione, aiutandomi a muovermi in maniera agile e aggraziato come non sarei riuscito a fare sulla terraferma. Via via crescendo mi ha aiutato sia come persone che come interfacciarmi con il resto del mondo.
Non c'è stato un momento in cui ha pensato di mollare il nuoto perché diventato un peso eccessivo?
Sì, fra i quattordici e i sedici anni dove tutto sembrava troppo difficile per me. Lì è stato importante aprirmi con il prossimo e interfacciarmi con i compagni di squadra più grandi e, condividendo il peso di questi macigni con loro, tutto è diventato più facile.
Come ha affrontato l'idea di avere tutti gli occhi addosso essendo considerato uno dei leader della Nazionale a Parigi?
Il focus non è tutto sull'esterno, ma più su di me. Inoltre spesso gareggiavo contro un ragazzo francese, per cui l'attenzione era principalmente puntata su di lui. Le cose che faccio le faccio per me, quindi ero focalizzato principalmente su quello che facevo io stesso. Avere i miei cari sugli spalti mi ha ovviamente un po' gasato, avendo finalmente un pubblico degno per noi atleti. Ce lo meritavamo, quindi era solo una motivazione in più.
Dove trova tutta quest'energia per continuare nonostante i titoli e i record in suo possesso?
Finché posso dare di più e non ritengo di aver raggiunto il mio limite, qualcosa da dare a questo mondo c'è ancora. Per questo proverò ad alzare continuamente l'asticella.
Quali sono i prossimi obiettivi in vista del 2025?
Avremo i Mondiali a Singapore dal 21 al 27 settembre. Speriamo che l'onda di Parigi tenga viva l'attenzione su di noi.
C'è ancora un sogno che vorrebbe realizzare?
Sono tante cose che mi piacerebbe fare, per cui di preciso ancora non lo so. Sicuramente mi piacerebbe ispirare il più possibile ragazzi e ragazze con disabilità, ma anche far crescere l'attenzione sul nostro movimento.