SDOTTORATE

Le Sdottorate: Correa e la garra… del suocero. Morata e Koop, flop estivi

Fatti, numeri e curiosità dell'ultima giornata di campionato

di Matteo Dotto

© Getty Images

È bastata una giornata per allargare la forbice in testa alla classifica: da sei squadre in due punti siamo passati in questo weekend a sei squadre nel giro di… 4 punti. Allunga il Napoli e rallenta la Juve, l’unica delle Magnifiche Sei a non vincere in questo 13esimo turno che conferma dietro il Napoli capolista, a una sola lunghezza, il poker Atalanta, Fiorentina, Inter e Lazio (in rigoroso ordine alfabetico).

CAMBI - Debutto ter senza punti per Claudio Ranieri sulla panchina della Roma. Dopo un primo tempo da provinciale, con il bus dell’Atac parcheggiato in area di rigore, nella ripresa anche “stimolata” dal gol dell’ex Lukaku la Roma ha costruito qualcosa in più recriminando per la zuccata di Dovbyk respinta dalla traversa. Certo stupisce la gestione dei cambi di Ranieri. Che, dovendo inseguire, fa entrare Dybala solo al minuto 88 e lascia tutto il tempo in panchina Soulè sfruttando malissimo le uniche armi offensive a disposizione.
MISTER X - Siamo sinceri: al netto di infortuni e di rosa corta (ma può la Juve giocare mezzo campionato senza un centravanti di riserva e, forse, l’altra metà con un Milik che per problemi al ginocchio sinistro è fermo da sei mesi?), ci si aspettava di più da Thiago Motta. Più punti e più spettacolo. In campionato la sua Juventus (che dopo 13 giornate ha ben 5 punti in meno di quella dello scorso anno di Allegri…) ha pareggiato più della metà delle partite giocate, 8 su 13. Nessuna squadra in A ha fatto tanti 0-0 quanti i bianconeri (4). E se nella precedente recita a San Siro ci si era divertiti con il 4-4 finale, lo 0-0 di sabato con il Milan e gli 0-0 allo Stadium con Roma e Napoli sono state tra le più brutte e noiose partite che si ricordino negli ultimi anni. Il rovescio della medaglia sono le 10 partite (sulle 13 di campionato) chiuse senza subire gol. Ma per un tecnico considerato offensivo che avrebbe dovuto far dimenticare il noioso pragmatismo allegriano a nostro avviso non bastano…
MERCATO FLOP - Alvaro Morata e Teun Koopmeiners sono stati gli scintillanti colpi di mercato di Milan e Juventus. Lo spagnolo, arrivato a costo zero dall’Atletico Madrid e l’olandese, acquistato dall’Atalanta per quasi 60 milioni bonus compresi. Morata non si risparmia in campo: lotta, sgomita, aiuta in difesa ma fa l’attaccante e in 13 partite tra campionato e Champions l’ha messa dentro solo tre volte. Koop in bianconero è la copia sbiadita dello straordinario incursore ammirato nell’Atalanta di Gasperini e finora non giustifica assolutamente l’ingente investimento juventino.
GRINTA - “El hombre del partido” nel trionfale pomeriggio del Bentegodi più che il doppiettista Thuram è stato secondo noi Joaquin Correa detto El Tucu per le origini (in quanto nato nella provincia di Tucuman). Traversa, gol, due assist e incrocio dei pali: questo nell’ordine lo score dell’argentino in Verona-Inter. Non male per uno che non giocava in nerazzurro una partita da titolare da più di 18 mesi (Napoli-Inter 3-1 del 21 maggio 2023), non segnava dal 19 aprile dell’anno scorso (Inter-Benfica 3-3) e in campionato addirittura da più di due anni (29 ottobre 2022, Inter-Samp 3-0). Correa è rientrato alla base dopo una stagione da dimenticare nel Marsiglia, con zero gol e zero soddisfazioni. Nonostante un faccino giovanile, ha già compiuto 30 anni. La tecnica ha sempre contraddistinto il suo gioco, diciamo che gli è mancata la tigna, la “carogna”, la garra. In questo senso avrebbe forse dovuto prendere esempio da qualche video di suo suocero Pierluigi Casiraghi (ha sposato la figlia Chiara), un attaccante meno tecnico ma molto più grintoso che, perseguitato dagli infortuni, ha purtroppo chiuso la sua carriera a soli 30 anni.