FORMULA 1

Via da Las Vegas: Losail e Abu Dhabi, solo premi di consolazione

Il Mondiale imbocca l'ultima discesa con pochi veri motivi di interesse, perché allora non voltare subito pagina?

di Stefano Gatti

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Chiusa a Las Vegas la corsa al titolo piloti, meritatamente vinta da Max Verstappen, il Mondiale di Formula Uno non si ferma ma in un certo senso toglie una marcia: è caccia ai premi di consolazione (anche se particolarmente cospicui in termini economici) e in particolare al titolo Costruttori che vede la Ferrari nel ruolo di sfidante della McLaren e Red Bull terza incomoda o magari solo ago della bilancia tra la Rossa e il team papaya. Un confronto cromatico ma non particolarmente colorito a livello di richiamo mediatico, anche se per le dirette interessate i motivi per inseguire la missione fino all'ultimo giro di Yas Marina sono... milioni. McLaren riparte tra pochi giorni da Losail con i favori del pronostico (e ventiquattro pounti di vantaggio), Ferrari punta a trascinare la diretta concorrenza alla resa dei conti di Abu Dhabi, sulla carta più adatta alle caratteristiche delle SF-24 di Charles Leclerc e Carlos Sainz che - per inciso - nelle due ultime tappe del Mondiale non possono più permettersi "distrazioni" personali come quelle di Las Vegas (e non solo). O meglio, è la cabina di regia di Maranello a dover impartire indicazioni inequivocabili ai propri piloti. Perché se da un lato è certo che quello di Las Vegas è stato un episodio alla fine indolore (a posizioni invertite non sarebbe cambiato il bottino-punti), dall'altro ha lasciato un po' interdetti la scelta del Team Principal ferrista di tagliare corto fin da subito sui malumori di Leclerc e sulla spregiudicatezza di Sainz: dal nostro punto di vista preferibile quest’ultima, trattandosi di un Gran Premio di Formula Uno e non di un torneo di canasta.

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Da "Viva Las Vegas" a "Via da Las Vegas". Il deserto del Nevada lascia spazio al contesto altrettanto arido e ugualmente by nighy del Qatar e di Abu Dhabi, il Mondiale corre verso un finale che - detto del Mondiale Costruttori - propone nella classifica piloti una sfida anche in questo caso non particolarmente appassionante per il grande pubblico tra Lando Norris e Charles Leclerc (i due più grandi delusi di questa stagione) per il secondo posto finale. L'ex ormai ex sfidante di Verstappen per il titolo si è arreso a Las Vegas al capolinea di una delle sue performance più anonime della stagione, il monegasco vede il pilota olandese suo coetaneo (sono nati a quindici giorni di distanza uno dall'altro) e grande rivale fin dai tempi del kart mettersi in testa la quarta corona consecutiva, mentre lui ancora insegue la prima. 

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Il gioco delle coppie (e quello delle coppie McLaren-Ferrari) prosegue e cala ulteriormente a livello di gamour con la sfida tra Oscar Piastri e Carlos Sainz al margine basso della top five iridata: 268 punti a 259 in favore del pilota australiano e riacquista un minimo di sapore - magari solo per la minestra degli appassionati dal palato fine - per il confronto interno Mercedes tra George Russell (arrivato a quota 217 punti) e Lewis Hamilton (nove di meno). Sir Lewis "medita" un finale di stagione sottilmente acido, che lo porti a sopravanzare nella classifica finale il pilota sul quale la Stella a tre punte scommette per il prossimo anno. Da parte sua George non può permettersi un "affronto" che ne indebolirebbe la statura, pensando anche all’arrivo in squadra di Andrea Kimi Antonelli.

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A proposito, sapete cosa? Con un Mondiale ridotto ai premi di consolazione di cui sopra, perché in caso di Mondiale Piloti già deciso non incentivare (o magari anche obbligare) le squadre a schierare per l'intero weekend dell'ultimo GP del Mondiale (e non solo per il primo turno di prove libere) i propri piloti di riserva o quelli ingaggiati per la stagione successiva, se non ancora impegnati con altre squadra? È una provocazione, si capisce, ma il management attuale del Mondiale potrebbe anche arrivarci in tempi brevi. In fondo, perché no? Bearman (di nuovo) sulla Ferrari oppure sulla Haas, Doohan sulla Alpine, lo stesso Antonelli sulla Mercedes, Lawson o Tsunoda sulla Red Bull.  

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