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Milan, poco equilibrio e troppa follia: Fonseca si prende solo i tre punti, ma la difesa è un turbamento

I rossoneri puntano ai primi otto posti, ma ogni gol preso può fare la differenza nella fase campionato

L'importante è aver portato a casa i tre punti. Questo è stato il ritornello nel postpartita di Bratislava tra i giocatori del Milan, dal migliore in campo Leao al tecnico Fonseca. Una musichetta prevedibile, scontata, ma che nasconde sotto il tappeto l'ennesima serata da montagne russe vissuta dai rossoneri anche contro un avversario nettamente inferiore. La verità è che se l'obiettivo vero è quello di provare a chiudere tra le prime otto la fase a campionato di Champions League, la strada è ancora lunga e soprattutto molto tortuosa. In una situazione in cui ogni gol preso e/o fatto può fare bella o brutta la differenza reti, la schizofrenia tecnica e tattica dei ragazzi di Fonseca non può passare in secondo piano.

Se il Milan non attacca in massa, non si rende pericoloso. Ma quando attacca in massa rende potenzialmente letale praticamente qualsiasi fase di gioco con il pallone tra i piedi degli avversari, come a Bratislava, come a Cagliari, come tante altre volte. Troppe, volte. Errori individuali in primis, ma anche situazioni di poco equilibrio sono vizi che nel passaggio dalla gestione precedente a quella Fonseca non si sono persi per strada, anzi. L'azione dell'1-1 subito dallo Slovan è stato qualcosa di dilettantistico, ma analizzabile da più punti di vista. Ok l'errore tecnico di Calabria nella scelta di provare a contrastare subito Barseghyan aprendo al contrario una prateria alle proprie spalle, ma perché in quella situazione di gioco, con il risultato appena sbloccato, c'erano 10 giocatori al limite dell'area avversaria? E perché la rincorsa disperata fino alla propria porta l'ha tentata solo Reijnders mentre i compagni hanno desistito ben presto? Domande a cui Fonseca deve per forza di cosa dare delle risposte a prescindere da quello che il mercato potrà portare; niente, stando alle parole di Ibrahimovic.

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Alla fine il più lucido è stato Christian Pulisic anche fuori dal campo, vero leader di questo Milan: "Problema mentale o tattico? Un po' tutto, il problema è che dobbiamo fare più gol e difendere meglio. Dobbiamo migliorare". Parole semplici, verità sacrosanta. Il campo racconta che il Milan una volta arrivato al limite dell'area avversaria fatica a trovare la giocata giusta, nonostante i tre gol fatti anche in Slovacchia. Il cinismo è una qualità che manca ai rossoneri perché pur essendo prolifici danno sempre la sensazione di faticare molto di più a segnare rispetto all'estrema facilità con la quale i gol vengono presi. Contesti e situazioni diverse, ovviamente, ma dopo quattro mesi di lavoro ancora terribilmente attuali a prescindere dai tre punti sempre clamorosamente importanti.