“Siamo ben contenti di rimanere a San Siro perché è ben servito, è casa nostra e spero proprio che lo faremo. Noi teniamo bene aperta la porta di San Donato". Parola del presidente del Milan Paolo Scaroni che è tornato a parlare della questione riguardante lo stadio di Milano e che ha visto i rossoneri muoversi su più tavoli. Una modalità che sta permettendo al numero uno del club rossonero di ripensare alla permanenza alla "Scala del Calcio", magari pensando alla costruzione di un nuovo impianto a fianco di quello storico.
"C'è ottimismo, ma è difficile, è meglio tenere ben desto quello che abbiamo costruito fino a oggi - ha aggiunto Scaroni intervenendo alla sesta edizione dello Sport Industry Talk -. Sullo stadio è una storia lunga e pure noiosa. Oggi stiamo valutando l’ipotesi del 2019, un nuovo stadio a San Siro accanto al Meazza per poi trasformare il Meazza mantenendo alcune caratteristiche architettoniche utilizzando quell’area per tutta una serie di attività sportive e commerciali facendo quindi uno stadio che dovrà essere il più bello d’Europa. Non è San Siro iconico, sono Inter e Milan che hanno reso San Siro iconico. Se si trasferissero alla Bovisa, diventerebbe iconica”.
Il presidente del Milan ha parlato anche del rapporto con le ultime due società che hanno guidato il club rossonero, Elliott e RedBird, sottolineando una certa differenza nella gestione della squadra e non solo: "Il calcio è un mondo difficile, io sono entrato come un neofita. Ho avuto due proprietà: una come Elliott che il Milan se l’è trovato, aveva fatto un prestito a questo pittoresco imprenditore che non ha ripagato il prestito. È stato un azionista inconsapevole, lo ha gestito da hedge fund: ha scelto un ad che arrivava dal calcio, ha messo me come presidente perché pensavano conoscessi l’Italia e se ne sono abbastanza disinteressati - ha sottolineato Scaroni -. RedBird è un investitore più strategico, il Milan se l’è cercato, lo ha pagato il prezzo giusto e lo ha inserito in una strategia di investimenti nel mondo dello sport. Ci danno un contributo di competenze che non avevamo. In una logica per cui il calcio possa evolvere verso modelli americani. Lo farà? Non lo so, ma avendo in mente il basket senza promozioni e retrocessioni con tetto allo stipendi, tutte cose che nel calcio non ci sono. Non andremo verso quel mondo se riusciremo a risolvere i problemi che abbiamo e che non ci fanno quadrare i bilanci”.
Scaroni ha infine fatto il punto anche sugli scontri che stanno infiammando la Lega Serie A, soprattutto in merito al nuovo statuto della FIGC: “Litigiosità in Lega? Siamo partiti chiedendo di avere un ruolo proporzionato all’aspetto economico. Abbiamo terminato questo percorso, abbiamo ottenuto quello che ritenevamo giusto? Magari no, ma abbiamo fatto passi avanti e quindi ora dobbiamo guardare avanti. Non è dai bisticci tra la Serie A e la FIGC che vengono dei benefici al calcio”, ha concluso.