Beppe Marotta è tornato a parlare di sostenibilità economica, intervenendo all'evento Sport Talk Industry: "Oggi si parla tanto di sostenibilità, è normale che sia così perché nell’evoluzione del calcio si è passati da un mecenatismo, che ha retto fino alle proprietà di Moratti e Berlusconi, ai fondi stranieri - ha detto il presidente dell'Inter -. Ora la ricerca della sostenibilità è il primo obiettivo: bisogna valorizzare le risorse e contenere i costi, stiamo cercando di fare questo".
"Per noi è il modello di riferimento - ha proseguito -. Lo stiamo facendo cercando di essere sempre competitivi, perché l’aspetto sportivo è quello che traina tutto il resto. Oaktree ci sta appoggiando, abbiamo sviluppato una forza maggiore rispetto al passato nell’ambito delle strutture. Abbiamo ruoli e deleghe precise, io sono molto soddisfatto. Esser diventato presidente per me significa aver toccare il cielo con un dito, lo faccio con la convinzione di poter regalare grandi soddisfazioni ai nostri tifosi".
Marotta ha poi parlato della questione stadio: "Non ho seguito la vicenda stadio concretamente, se ne è occupato Antonello per tanti anni. Da presidente non posso tirarmi indietro, condivido le parole di Scaroni. Oggi lo stadio rappresenta un aspetto importante per valorizzare il senso di appartenenza di un club, è la casa di una società ed è un luogo di aggregazione. Il calcio è un fenomeno di forte aggregazione e dentro lo stadio ci sono decine e decine di migliaia di persone, Inter e Milan viaggiano a 70 mila persone di media ogni partita. L’obiettivo è che lo stadio non sia una cattedrale nel deserto utilizzato solo una volta alla settimana, ma un luogo quotidiano da frequentare oltre che un asset economico molto importante. Oaktree, come Elliott e RedBird, hanno capito l’importanza dello stadio, è giusto cercare di arrivare a una conclusione. L’Italia è fanalino di coda per qualità delle strutture, questa è un’esigenza prioritaria e necessaria per far si che ogni club possa avere continuità e far vivere ai tifosi un ambiente che possano sentire loro fino in fondo".
Infine, un appello alla politica: "C’è poca considerazione della politica nei confronti del calcio. Il calcio è un fenomeno sociale che si regge da solo, siamo grandi contribuenti dello stato, garantiamo circa un miliardo l’anno mentre tutti pensano che noi prendiamo contributi dallo stato. Noi paghiamo tutti i tipi di tasse che esistono, noi vogliamo che il legislatore favorisca il nostro sviluppo di sostenibilità. I presidenti mecenati o volgarmente definiti ricchi scemi non ci sono più. Ora esistono società che vogliono entrare nel mondo del calcio ma non andare in default. Non chiediamo contributi, solo una maggiore considerazione. Vogliamo una legge più snella per gli stadi, il decreto dignità ha tolto qualsiasi sponsorizzazione di betting e ci penalizza, il decreto crescita ci è stato tolto mentre il mondo del lavoro di altre categorie ne usufruisce. Il ministro Abodi si sta dando da fare ma serve di più, vogliamo maggiore considerazione. Non dico maggior dialogo perché c’è un buon rapporto col governo attuale, ma forse c’è bisogno di una legge quadro proprio sullo sport. Oggi siamo in un contesto di forte litigiosità nel mondo del calcio, sono accentuati troppo gli individualismi e questa litigiosità emerge mediaticamente tra Lega e Federazione, ma dobbiamo lavorare attraverso la politica per avere leggi diverse. La Federazione ci deve solo tutelare, il resto va fatto con le istituzioni".