TENNIS

Wada e i 'casi Sinner': "Pronti ad accettare il microdosaggio? Apriremo un tavolo"

Il direttore dell’Agenzia mondiale anti-doping all'Equipe: "Le quantità sono così piccole che ci si può contaminare facendo cose innocue"

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"Oggi esiste un problema di contaminazione. Questo non vuol dire che ci siano più casi del genere rispetto al passato, è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare le quantità infinitesimali di sostanza. Le quantità sono così piccole che ci si può contaminare facendo cose innocue. Con delle soglie non avremmo visto tutti questi casi. Dobbiamo comprendere se siamo pronti ad accettare il microdosaggio e dove sia giusto fermarsi. Proprio per questo apriremo un tavolo di lavoro". In un'intervista all'Equipe, ripresa dalla Gazzetta dello Sport, il direttore della Wada Oliver Niggli apre alla possibilità di nuove regole dopo il caso della squalifica di un mese inflitta a Iga Swiatek, positiva alla trimetazidina riscontrata in una concentrazione di 50 picogrammi per millilitro.

L’agenzia mondiale anti-doping ha fatto ricorso al Tas contro l'assoluzione di Jannik Sinner, che da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) è stato ritenuto esente da colpa o negligenza dopo essere risultato positivo due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024. La Wada ritiene che la conclusione di “assenza di colpa o negligenza” non fosse corretta in base alle norme applicabili. L'azzurro, oggi numero uno al mondo, è entrato in contatto con il clostebol a causa del fisioterapista Giacomo Naldi che, feritosi al dito della mano con cui effettuava i massaggi sul corpo del 23enne di Sesto Pusteria, aveva fatto un uso personale del Trofodermin che conteneva il principio attivo incriminato.