L'ANALISI

Al Napoli di Conte basta poco, ma la costruzione dalla difesa è da rivedere

Azzurri di corto muso, ma con tante occasioni non sfruttate e troppe concesse

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Il Napoli sembra averci preso gusto nelle vittorie di misura, col successo sul Torino che conferma gli azzurri in testa alla classifica in solitaria e al nono clean sheet stagionale. Un Conte di "allegriana memoria", di corto muso come direbbe il tecnico toscano, che si accontenta e gode, ma... così così. Se è vero che il risultato poteva essere più tondo, col solo Milinkovic-Savic che ha diviso i campani dai gol, il mister pugliese può tirare le orecchie ai suoi per le occasioni non sfruttate e per le troppe concesse.

La voglia di vincere di una squadra si vede dalla precisione e dall'attenzione ai dettagli. E anche se entrambe hanno vacillato nella sfida dell'Olimpico Grande Torino, di certo il Napoli non vorrà vivere da spettatore la corsa scudetto, ma esserne protagonista. Dalla sfida contro i granata però saltano all'occhio due spunti che Conte, di certo, tratterà con i suoi nei prossimi giorni.

In primis la fame in fase offensiva. Lukaku si è assentato dal match, creando poco o nulla e facendo a sportellate con i difensori granata. Tante occasioni, gol di McTominay a parte, sono l'esempio della voglia azzurra di vincere, ma quando le opportunità non vengono sfruttate si rischia di dominare e tornare a casa con un pugno di mosche. Non è il caso del Napoli, attenzione, ma i miracoli di Milnkovic-Savic potevano dare al Toro il là per crederci e ribaltare il match. Prima sul colpo di tacco di Lukaku, poi sulla spizzata di Kvara e quindi il colpo di testa di Olivera per finire col salvataggio finale su Simeone, più che Torino-Napoli sembra essere stato Vanja-Napoli, col portiere dei piemontesi uscito vincitore e contemporaneamente vinto, perché l'unica sbavatura ha portato al gol di McTominay.

Quattro occasioni nitide, quattro miracoli del portiere granata in giornata, quattro gol che avrebbero di certo fatto comodo al Napoli per non arrivare al 94' con l'ansia di subire il pari. Insomma, precisione mancata sotto porta.

Così com'è mancata anche in fase difensiva in diverse occasioni, con l'attenzione venuta meno in costruzione che rischiava di condizionare il match azzurro. Chiedere a Rrahmani e Buongiorno che hanno peccato in fase di uscita o che non sono riusciti a chiudere bene gli spazi con disattenzioni che non sono state sfruttate dagli uomini di Vanoli. Adams in partenza di match aveva fatto capire quanto fosse scomodo il cliente Toro per il Napoli, con Buongiorno sovrastato dall'attaccante granata. Poi se la ruota gira com'è girata nell'occasione di Saul Coco è facile intuire come la dea bendata abbia strizzato l'occhio a Conte e ai suoi.

Cali di attenzione che però non vanno a intaccare quello che è l'ennesimo risultato positivo in trasferta del Napoli che, match d'apertura di campionato a Verona a parte, ha sempre portato a casa punti e gol fermandosi sul pari solo al cospetto di Inter e Juventus. Vittoria, la quarta di misura, che porta gli azzurri a mettere a referto il nono clean sheet della stagione, dato che premia la difesa nonostante qualche "svarione".

Insomma, un Napoli che fa il suo e sfrutta gli errori altrui, opportunista e cinico quando serve. Diverso da quello scudettato di Spalletti e che però, con Conte, viaggia verso il medesimo obiettivo sperando nello stesso finale. Con una classifica corta dopo 14 giornate è arrivato il momento per gli azzurri di dimostrare maturità e voglia, per cercare di non sbagliare e sfruttare, come succede in campo, gli scivoloni degli altri per mettere l'acceleratore nella corsa al tricolore.