SDOTTORATE

Le Sdottorate: Conte vuole fare la storia. Motta e il ritorno del Maestro

Fatti, numeri e curiosità dell'ultima giornata di Serie A

di Matteo Dotto

© Getty Images

Il Maestro è tornato. E chi magari faceva dell’ironia sul soprannome di Marco Giampaolo sarà bene che reciti il mea culpa. Il tecnico abruzzese è infatti stato il grande protagonista di Lecce-Juventus. Ha impartito una lezione di calcio a Thiago Motta. Juve con tanti assenti? Certo… Ma il “roster” dei giallorossi salentini sulla carta non è certo di alto lignaggio. E in campo ai punti (meglio: per la qualità del gioco) il Lecce ha fatto meglio della Signora.

RECORD – Il malore di Bove che ha portato al rinvio di Fiorentina-Inter, il programmato posticipo Roma-Atalanta e la sconfitta sabato della Lazio a Parma permettono al Napoli di allungare sia pure “virtualmente” il vantaggio sul gruppone delle seconde classificate che ora è di 4 punti: 32 Napoli, 28 Atalanta, Inter e Fiorentina (con tutti gli asterischi del caso) e Lazio. Convincente la vittoria azzurra in casa del Torino, più di quanto uno striminzito 0-1 possa far pensare. E così i tifosi del Ciuccio sognano e sogna (anche se non lo ammetterà mai) anche Antonio Conte. Se il tecnico salentino dovesse festeggiare il quarto scudetto del Napoli (quinto personale più la Premier con il Chelsea) entrerebbe infatti di diritto nella storia del nostro calcio. Perché finora mai nessuno ha compiuto l’impresa di vincere il titolo italiano alla guida di tre squadre diverse. Ci era riuscito in realtà Fabio Capello che - dopo il poker con il Milan e lo scudetto 2001 con la Roma - aveva conquistato con la Juventus i campionati del 2005 e 2006 prima che la Giustizia Sportiva li cancellasse per via di Calciopoli. Oltre a Capello e Conte, nel Dopoguerra solo altri tre allenatori hanno vinto scudetti con due squadre diverse: a ritroso, Allegri (Milan 2011 più successivamente 5 con la Juventus), Trapattoni (Inter 1989 più in precedenza 6 con la Juve), Liedholm (Roma 1983 e Milan 1979) e Bernardini (Bologna 1964 e Fiorentina 1956).

PARAGONI 1 – Dopo 14 turni il Napoli dello scudetto targato Spalletti aveva 38 punti, 6 in più di questo Napoli “contiano”. Era, quella della stagione 2022-23, una squadra decisamente più divertente e spettacolare. Aveva segnato infatti 32 reti a fronte delle 21 realizzate in questo campionato. Ma come da tradizione i numeri di Conte sorridono soprattutto in chiave difensiva: questo Napoli ha finora incassato solo 9 gol, quello di Spalletti dopo 14 giornate ne aveva subìto uno in più. Nelle ultime 7 partite, poi, la squadra di Conte ha un solo gol al passivo: quello dell’Inter a San Siro. E lo 0-1 di Torino è stato il clean sheet numero 9, solo la Juve (a 10) ha fatto meglio.

PARAGONI 2 – Fa rumore il -7 della Juventus di Thiago Motta rispetto all’ultima Juve di Allegri. Gli infortuni, certo. I pali di Thuram e Conceicao, per andare nello specifico della partita di Lecce. Dove però, nel secondo tempo, i bianconeri hanno sofferto il forcing offensivo dei salentini. In poco più di un mese la Juve ha probabilmente archiviato le sue ambizioni da scudetto: solo 10 infatti i punti conquistati nelle ultime 6 partite (quindi su un totale di 18 a disposizione). Dopo il fortunoso 1-0 rifilato alla Lazio il 19 ottobre, i bianconeri tra campionato e Champions hanno disputato 9 gare con il seguente score: 2 vittorie, 6 pareggi e una sconfitta. Un ruolino di marcia davvero deludente.