IL CASO

Ivo Pulcini: "In Serie A un calciatore non idoneo a giocare". Poi smentisce

Il dottore della Lazio: "Non ho mai detto quanto riportato dal Messaggero, non mi riferirei mai ad altre società"

Sulle pagine del Messaggero, Ivo Pulcini, attuale responsabile medico della Lazio, fa una rivelazione shock collegandosi al discorso del malore occorso a Edoardo Bove: "Nel 2019 io visitai un giocatore importantissimo, che adesso sta andando per la maggiore e gioca in questa Serie A, ma non lo ritenni idoneo a giocare a calcio". Il giocatore, scrive il quotidiano romano, venne visitato tre volte in cliniche diverse perché l'allora ds Tare lo voleva a ogni costo, ma il "no" rimase fermo. Ma Pulcini in serata ha smentito tutto: "Non ho mai detto quanto riportato dal Messaggero, sono in attesa di una rettifica: non mi riferirei a calciatori di altre società e non ho hai fatto certificati di non idoneità a calciatori che giocano in Serie A. Sono scioccato" le parole a Telelombardia. 

LA SMENTITA DI PULCINI
A Pulcini viene fatto il nome di Pavlovic, attualmente al Milan (Tare a settembre aveva parlato così del croato a MilanNews: "Le visite mediche hanno stoppato tutto? I contratti erano già fatti, gli accordi e tutto. È andata così e a essere sincero non mi piace tornare sulla questione perché più ci penso e più mi dispiaccio" mentre nel 2019 sul sito biancoceleste era comparsa questa nota "Il mancato tesseramento del calciatore Strahinja Pavlovic è dato dall’accordo non trovato tra le parti”): "Non mi ricordo di questa cosa, è passato tanto tempo".

In merito all'inchiesta della Procura Federale ha aggiunto: "Un fraintendimento su dichiarazioni mai fatte. Chiné non mi ha contattato, ma ho la coscienza pulita. Se un calciatore gioca in Serie A vuol dire che ha l'idoneità".

PULCINI SU BOVE
Tornando all'intervista del Messaggero, parlando del caso Bove, Pulcini aveva escluso "una crisi epilettica improvvisa se non l'aveva mai avuta in passato. Quella problematica, con una specialista e una precisa procedura, potrebbe tranquillamente essere tenuta sotto controllo. Se dovessero essere riscontrate aritmie, andrebbe valutato con diverse prove da sforzo, ciclo ergometro, elettrocardiogramma e tac coronarica, la risonanza magnetica-cardiaca".

E se l'esito fosse negativo? "Rischierebbe di non poter più giocare in Serie A, ma solo in alcuni campionati all'estero. Mi sembra strano però non siano state riscontrate precedentemente dagli esami di idoneità con la Roma. Dipende però sempre dalle valutazioni soggettive dei medici e dalla propria esperienza sul campo".

Intanto, però, Bove deve ringraziare anche l'amico e compagno di squadra Danilo Cataldi, che gli ha salvato la vita con una manovra imparata proprio alla Lazio. "La Lazio gli ha insegnato quel primo soccorso, che è patrimonio culturale di tutti i giocatori del club. Danilo ha un certificato internazionale dell'Acls American heart association per soccorrere le persone in qualunque situazione di emergenza. La Lazio è stata la prima società in Italia a fare questi corsi di rianimazione cardio-polmonare con l'uso del defibrillatore. Abbiamo iniziato nel 2018 e li ripetiamo ogni due anni per ricordare le tecniche e istruire ogni nuovo arrivato. La nostra associazione "Un cuore per tutti" ha poi regalato i defibrillatori ai giocatori e in particolare quello che la squadra ha sul pullman quando va in trasferta. Inoltre abbiamo fatto comprare a Lotito un dispositivo cardiologico che si chiama sistema Sds, sudden death screening, e prevede, con dieci anni d'anticipo, la morte improvvisa in campo. È fondamentale che tutte le squadre si adoperino per averlo", ha concluso.