Una storia a lieto fine. Una storia di spavento, probabilmente paura, sicuramente coraggio. È quella di Francesco Pellegrino, 33enne siciliano di Vittoria, una vita sui parquet di provincia col fiore all'occhiello del debutto in Eurolega nel 2015 con la Dinamo Sassari e legato indissolubilmente a Udine con cui ha scritto record su record (primo per rimbalzi e stoppate, secondo per punti nella storia dell'Apu).
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Ora la chiamata di Treviso, dove il centrone di 213 centimetri ha debuttato sabato contro Pistoia. E non è stato un debutto qualsiasi, ma è stato quasi l'inizio della sua seconda vita. Perché in estate ha dovuto affrontare un avversario molto complicato.
“Sì, oggi lo racconto col sorriso - ha confessato in una lunga intervista concessa a Il Gazzettino - perché sono stato estremamente fortunato: dopo un normale controllo, mi è stato diagnosticato un tumore. È stato poi asportato completamente e, a seguito dell'esame istologico e della tac, non ho dovuto nemmeno fare chemioterapia. Credo anzi che parlare di questi temi sia fondamentale per la prevenzione e non lo si faccia mai abbastanza”.
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Una storia che ricorda quella di Achille Polonara che ha vissuto gli stessi momenti difficili e, come Pellegrino, ne è uscito. Per questo Treviso-Pistoia resterà tra i ricordi più belli della carriera, e della vita, di Francesco: "Magari sembrerà scontato da dire, ma è stato molto emozionante. Già vedere la maglia con il mio nome è stata una prima emozione forte. Poi entrare in campo lo è stato ancora di più: sinceramente non mi aspettavo di giocare alla prima partita. Mi ha fatto molto piacere avere la fiducia del coach”.
E nei mesi più delicati, quelli in cui ogni essere umano può essere sopraffatto dalla paura di non farcela, Pellegrino ha reagito con grande forza e orgoglio. E si è pure laureato: “Ho conseguito la laurea magistrale in Scienze economiche. Dovendo stare qualche mese lontano dalla pallacanestro, ho approfittato per completare il mio percorso di studi e anche per dare l'esame per l'Ocf, l'organismo di vigilanza dei consulenti finanziari. A noi giocatori, insegnano come tirare o cosa fare in campo, ma nessuno ti spiega come gestire i soldi. È una figura che bisognerebbe introdurre e sviluppare.”