La Juventus si risveglia il giorno dopo la rimonta col Bologna con ancora tante, troppe incertezze e dubbi a cui dover provare a rispondere. Thiago Motta si è detto giustamente orgoglioso del cuore dei suoi ragazzi, ma la verità è che il 2-2 finale ha solo parzialmente nascosto le difficoltà di una squadra che sembra faticare a crescere e che, anzi, sembra aver fatto qualche passo indietro rispetto alle prime uscite stagionali.
Contro i rossoblù, complice anche il rientro di Dusan Vlahovic, i bianconeri sono stati capaci di rendersi maggiormente pericolosi in area di rigore, specialmente facendo il confronto con gli scialbissimi pareggi contro Lecce, Aston Villa e Milan, ma hanno lasciato quasi sempre l'iniziativa alla squadra avversaria, subendo per larghi tratti di partita il palleggio e l'aggressività dei ragazzi di Italiano. Il dominio del possesso e l'abilità nell'uscire sempre palla al piede, marchi di fabbrica del gioco di Motta, non si sono praticamente mai visti e la squadra ha faticato a mettere in mostra quell'identità che non aveva perso neanche nelle partite più opache, fatta eccezione forse per quella contro lo Stoccarda in Champions League.
In parte hanno inciso anche le scelte iniziali del tecnico: Thuram sembra al momento un giocatore imprescindibile e senza Yildiz in campo quasi tutta la creatività e la fantasia nelle giocate poggia sulle spalle di Conceiçao, che soprattutto nel primo tempo è stato l'unica vera fonte di gioco offensivo della squadra.
La lunga lista degli infortuni, della quale è entrato a far parte anche Cambiaso, è un'attenuante non di poco conto, ma sta di fatto che i campanelli d'allarme continuano a suonare: finora è arrivata una sola sconfitta in tutta la stagione, ma 9 pareggi in 15 giornate di campionato sono tanti, troppi per poter pensare di ambire a uno dei primi quattro posti continuando di questo passo.
Tra le poche note positive c'è stata quella del primo gol di Koopmeiners, che per altro ha disputato gli ultimi minuti nel ruolo di mediano, al fianco di Thuram, lasciando spazio a Yildiz sulla trequarti, come da qualche tempo invocavano molti tifosi che lo vedono troppo sacrificato nel ruolo di esterno. È certamente una soluzione, che per altro prevederebbe il panchinamento di Locatelli, ma è presto per stabilire se sia "la" soluzione.
Mercoledì a Torino arriva il Manchester City, che sta affrontando una delle più clamorose crisi della sua storia recente, ma che resta un avversario sulla carta complicatissimo, per non dire proibitivo. Il calendario poi sarà leggermente in discesa (Venezia in casa, Monza in trasferta), prima del big match con la Fiorentina del 29 dicembre. L'obiettivo è arrivare a quella sfida ancora a contatto con la top 4, per poi magari rilanciare le proprie ambizioni. Occorrerà però ritrovare gioco, fiducia e gol, oltre magari a qualche infortunato.