È stato a un passo dalla maglia azzurra della nostra Nazionale, ma l’aereo da Buenos Aires potrebbe prenderlo ugualmente, a breve. Marco Di Cesare, 23 anni il prossimo gennaio, è un difensore centrale del Racing Club, la stessa squadra da cui proviene Lautaro. L’Inter lo vorrebbe a gennaio, la Roma pure. E i club brasiliani più ricchi gli stanno addosso sperando in un affare, forti del loro dominio in Sudamerica.
Prima di tutto facciamo due conti. Di Cesare ha una clausola rescissoria fissata in quindici milioni di dollari, poco meno di 16 milioni di euro. Il Racing non è un club che naviga nell’oro, ha già fatto sapere che nessun giocatore è incedibile, è pronto a trattare per una cifra inferiore. La Roma ha fatto pervenire attraverso emissari un’offerta da 7 milioni di euro, ritenuta troppo bassa. Ma la più convinta tra le potenziali acquirenti è l’Inter, che proprio in questi giorni ha inviato in Argentina il vice direttore sportivo Dario Baccin, incaricato di dare l’imprimatur a questa possibile operazione. Dal punto di vista delle offerte, il club nerazzurro ha scelto la linea prudente, ben sapendo che spesso potrebbe avere un alleato preziosissimo in questa trattativa. Domenica 15 dicembre si tengono le elezioni per il presidente del club e uno dei candidati, con ottime possibilità, è Diego Milito, leader della lista Racing Sueña. I suoi avversari sono Cristian Devia, appoggiato dal presidente uscente Victor Blanco (lista Racing Gana y avanza) e Miguel Jimenez, che capeggia la lista Unidos por Racing. Ovviamente l’Inter tifa per l’amico Principe, che – come nel caso di Lautaro – potrebbe pilotare Di Cesare verso Milano. Il Racing Club otterrebbe comunque una notevole plusvalenza, perché il ragazzo è arrivato gratis dall’Argentinos Juniors.
Facciamo ora un passo indietro, alla primavera del 2023. Roberto Mancini, all’epoca ancora commissario tecnico azzurro, inserì Marco Genaro Di Cesare in una lista di giocatori potenzialmente convocabili per la Nazionale italiana. La notizia arrivò in Argentina poche ore prima di una partita che l’Argentinos Juniors, squadra nella quale giocava all’epoca, avrebbe vinto per 5-1 contro l’Union Santa Fè per 5-1. A fine gara, tutte le telecamere su di lui: “Mi sono stupito delle notizie che sono arrivate dall'Italia. Lavoro duro per ogni partita qui, nell’Argentinos, dentro il campo. Del resto si occupa il mio procuratore, il lavoro fuori dal campo è riservato alla gente che sta fuori dal campo”. Immediato il percorso diplomatico del suo rappresentante, Juan Cruz Oller. Fu proprio in quei giorni che Lionel Scaloni e i dirigenti della Federalcio argentina assicurarono al ragazzo che sarebbe presto entrato nel giro della Nazionale maggiore. Poi ci fu la convocazione per l’Olimpiade di Parigi, in cui fu titolare inamovibile nelle tre gare del girone eliminatorio e poi venne sostituito nei quarti di finale contro la Francia alla fine del primo tempo perché gravato da un cartellino giallo che lo esponeva a una possibile espulsione.
Dall’Olimpiade in poi, il ragazzo – passato nel frattempo dall’Argentinos Juniors al Racing – è cresciuto ulteriormente. Testimone oculare di questa sua crescita è il procuratore fiorentino Lorenzo De Santis, praticamente un pendolare tra la nostra penisola e Buenos Aires. Negli ultimi tempi lo ha osservato da vicino e garantisce sul valore: “Un difensore centrale completo, forte di testa per la sua notevole struttura fisica ma anche molto utile nella costruzione del gioco da dietro per i piedi educati, soprattutto il destro. In carriera ha giocato prevalentemente in difese a quattro, ma l’ho visto anche a tre con buoni risultati. Era titolare nella finale di Copa Sudamericana che il Racing ha vinto il 23 novembre contro i brasiliani del Cruzeiro. È scontato che lascerà il Racing, bisognoso di monetizzare. Ma bisogna stare attenti ai club brasiliani, perché piace molto anche a loro”.
Di Cesare viene da una famiglia di Mendoza, formata da sportivi praticanti. Il papà Daniel è stato uno dei più forti giocatori di volley espressi dal territorio mendozino. Una volta chiusa la sua carriera (che l’ha portato anche a giocare in Italia), ha iniziato ad allenare le due figlie Florencia e Michela (sorelle maggiori di Marco Genaro), che sono arrivate a rappresentare l’Argentina in diverse competizioni internazionali. Ma ora le soddisfazioni maggiori per la famiglia rischiano proprio di arrivare dal figlio più piccolo, che ha iniziato a giocare da bambino nell’Andes Talleres per poi passare all’età di dieci anni alle categorie giovanili dell’Argentinos Juniors. Non aveva ancora finito le elementari, eppure si diede la forza di andare a vivere a mille chilometri da casa sua, da solo. Per sei anni visse nel pensionato dell’Argentinos Juniors prima di avere un suo alloggio personale".
Poi c’è la storia recente, una storia fatta di progressi continui, di complimenti, di grandi partite. Nel 2020 l’allenatore Diego Dabove l’ha inserito nella rosa della prima squadra e gli ha fatto firmare il primo contratto da professionista. Ha poi convinto anche un tecnico molto esigente come Gabi Milito, il fratello del Principe, che l’ha fatto diventare titolare nell’Argentinos. L’estate scorsa, prima di partire per l’Olimpiade di Parigi, è arrivato alla fine del suo contratto con l’Argentinos e ha firmato per il Racing Club dove l’allenatore Gustavo Costas l’ha aiutato a migliorarsi ulteriormente. Adesso anche questa avventura così positiva sta arrivando alla sua conclusione. Nel suo destino, probabilmente, c’è la terra dei suoi avi, l’Italia.