L'Atalanta sapeva di non potersi permettere errori o disattenzioni contro il Real Madrid, eppure è proprio dal calo di concentrazione in tre occasioni che i Blancos hanno trovato la via per espugnare Bergamo e portare a casa i tre punti. Una sconfitta che lascia tanto amaro in bocca agli uomini di Gasperini, il primo ko della stagione in Champions League, che però può essere il manifesto per il prosieguo della competizione in cui la Dea punta a essere protagonista.
Alla sesta arriva la sconfitta, ma non è quella decisiva perché l'Atalanta è quasi certa dei playoff e spera ancora nel passaggio diretto agli ottavi. Ma è un ko che deve suggerire tante cose alla squadra di Gasperini che alla vigilia aveva chiesto ai suoi attenzione e maturità. Delle due, una è venuta meno. I tre gol incassati, infatti, sono frutto di tre errori della difesa atalantina, con campioni del calibro di Mbappé, Vinicius e Bellingham che non si lasciano pregare. Protagonista in negativo, suo malgrado, è capitan De Roon che per ben due volte si è lasciato sorprendere e per due volte si è messo le mani tra i capelli. Prima lo stop di Mbappé, poi la giocata di Bellingham, infatti, sorprendono l'olandese che non riesce a metterci la gamba per evitare di essere saltato. Se poi ci si aggiunge la sfortuna, Bergamo è chiaramente conquistata da Ancelotti. Il gol di Vinicius, con rimpallo in uscita su Ederson, fa capire a tutto il Gewiss Stadium che non è serata.
Guardando le statistiche, però, la Dea avrebbe meritato. Perché il dominio nel possesso palla, l'89% di passaggi riusciti e i 2,94 expected goals non sono da trascurare. Così come però non sono da sottovalutare i numeri relativi ai contrasti vinti (solo il 25%). Insomma, un'Atalanta che è apparsa molle, nonostante le indicazioni di Gasperini. Più per demeriti personali che per meriti del Real Madrid, non ce ne voglia Carlo Ancelotti, con i nerazzurri capaci di farsi del male da soli.
Da dove ripartire quindi? Dalle prestazioni di Ederson, De Ketelaere e Lookman di sicuro, che hanno fatto divertire e si sono divertiti in campo. Ma anche dalla voglia di Kolasinac di lottare su ogni pallone e cambiare l'inerzia del match con una giocata, dall'intraprendenza di Bellanova che senza timore ha puntato e saltato uomini come Vinicius e Valverde. Da Retegui, che se avesse messo dentro quella palla al 94' si parlerebbe di certo di un'altra partita con altri connotati.
Di certo, per quel che si è visto in campo, non è un'Atalanta sconfitta. È anzi una Dea che ne esce più forte e consapevole dei propri mezzi. Ora tocca a Gasperini trasmettere ai suoi il messaggio, quello di non mollare mai, di non lasciare neanche un millimetro in campo agli avversari, perché anche solo uno può essere quello giusto per capitolare. E con due gare ancora in programma contro il modesto Sturm Graz e l'ostacolo Barcellona, i nerazzurri possono dimostrare di che pasta sono fatti, con l'obiettivo di sorprendere ancora in Europa dopo l'annata scorsa da incorniciare.