L'Unione ciclistica internazionale (Uci) ha annunciato che proporrà al proprio Comitato direttivo di vietare l'uso del monossido di carbonio da parte dei corridori per motivi medici. Una decisione sarà presa dall'organo esecutivo nella sua prossima riunione, che si terrà ad Arras, in Francia, il 31 gennaio e il 1 febbraio. Il monossido di carbonio è un gas tossico inodore che è regolarmente causa di incidenti domestici, ricorda l'Uci. Inalato a basse dosi e in rigorose condizioni di sicurezza, questo gas viene utilizzato in medicina come tracciante per misurare la diffusione polmonare dell'ossigeno o della massa totale di emoglobina. L'utilizzo di strumenti chiamati 'rebreather' da parte di alcune squadre ha suscitato un crescente dibattito. Si tratta di apparecchi che consentono l'inalazione di piccole quantità di monossido di carbonio per ottimizzare l'allenamento in altitudine, aumentando la capacità aerobica. Ma, sottolinea l'Uci, inalato ripetutamente in condizioni non medicalizzate, può causare effetti collaterali come mal di testa, sensazione di affaticamento, nausea, vomito, dolore toracico, difficoltà respiratorie o persino perdita di coscienza. Uniti alla totale ignoranza degli effetti a lungo termine delle inalazioni ripetute di monossido di carbonio giustificherebbero, secondo l'Uci, un divieto per motivi medici dell'uso di questo gas. Tuttavia, conclude la nota, "il suo utilizzo in ambiente medico, da parte di personale medico competente e nel rigoroso contesto della valutazione della massa totale di emoglobina, rimarrebbe autorizzato".
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