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Milan, Fonseca: "Theo? Non faccio nomi ma ho parlato coi giocatori. Sono onesto, non eravamo all'altezza della storia del club"

Il tecnico portoghese alla vigilia della sfida col Genoa: "Il capitano? Rispetto la gerarchia finché non cambio..."

"Dopo la partita, siamo arrivati nello spogliatoio e tutti hanno avuto le stesse sensazioni. È stato un primo step per capire quello che è successo. Abbiamo lavorato, l'atmosfera è buona. Siamo una famiglia, dobbiamo risolvere il problema dentro lo spogliatoio ed è quello che stiamo facendo". Lo ha detto il tecnico del Milan Paulo Fonseca alla vigilia della sfida contro il Genoa a San Siro, tornando sul suo sfogo dopo la vittoria con la Stella Rossa.

Come sono stati questi giorni?
Per me era facile dopo la partita parlare solo della vittoria o delle quattro vittorie consecutive in Champions League. Domani il Milan fa 125 anni, dovremo essere all'altezza della storia. Per me con quell'atteggiamento non potevamo essere all'altezza di un club che ha fatto la storia del calcio. Ho parlato con i giocatori con cui volevo parlare. Siamo pronti per un giorno all'altezza del Milan".

Con chi ha parlato dei giocatori?
In questo momento non devo aggiungere niente a quello che ho detto. Non dico i nomi ma ho guardato negli occhi qualche giocatore e gli ho parlato. Dopo la gara siamo arrivati nello spogliatoio e tutti hanno avuto lo stesso feeling. Dopo che abbiamo parlato la squadra ha lavorato bene e l'atmosfera era buona. Noi siamo una famiglia e dobbiamo risolvere i problemi nello spogliatoio.

Theo sarà della partita?
Domani giocherà la squadra che penso sia meglio per vincere la partita. L'appoggio del club? Siamo stati alla festa del settore giovanile, abbiamo parlato e sentito l'appoggio della società.

Perché ha parlato pubblicamente?
Perché dico sempre la verità. Devo essere onesto ed è quello che sentivo. Ci sono messaggi importanti da far passare. Ho avuto questa necessità di parlare.

Domani giocheranno i ragazzi di Milan Futuro? E Camarda?
Noi lavoriamo sempre con i giocatori del Milan Futuro, posso solo dire che domani ne vedremo qualcuno in campo. Camarda? Dobbiamo lasciarlo crescere con equilibrio, le pressioni che ci sono su questi giocatori non è buono. Per favore non creiamo pressioni su questo giovane, lasciamolo tranquillo. Ci sono i tempi giusti, non creiamo un peso su Camarda.

Jimenez?
Sta bene. Può giocare terzino destro e sinistro, esterno destro e sinistro. Ha questa polivalenza che è buona.

Si aspettava difficoltà con i senatori?
Sì. A questo livello è normale avere queste situazioni. Sono pagati per trovare soluzioni e risolvere i problemi, ed è quello che sto facendo. Io non chiudo mai gli occhi davanti al problema, lo affronto sempre e non mi nascondo. Se c'è, io sono qui pronto per risolvere. È normale, in tutte le squadre e in tutte le famiglie ci sono problemi.

Dall'esterno può sembrare che scarichi le colpe sugli altri...
Non sono preoccupato. Onestamente non sono preoccupato di quello che pensano gli altri. Se mi preoccupo di questo sarebbe difficile lavorare. Tutti pensano cose diverse, ma sono io che sono qui. Sono io com'è la squadra, come si vive la squadra, sono io che li vedo tutti i giorni come lavorano. Non posso onestamente stare ad agire in funzione di quello che le persone pensano. Io non chiudo mai gli occhi davanti al problema. Io affronto sempre e non mi nascondo. Se c'è, io sono qui per risolverlo. In tutte le squadre, in tutte le famiglie ci sono problemi. Noi siamo una famiglia e i problemi sono normali.

I dirigenti hanno poi parlato con la squadra?
Non l'hanno fatto. Non c'era la necessità. Se le mie dichiarazioni post partita erano concordate con la società? Ho parlato con la squadra e poi con la società: è la normalità.

Milan uscito dalla corsa scudetto?
Come sempre, voglio essere onesto. Penso che ora è più difficile, ma dentro di me io continuo a crederci. Che posso dire di più? Non è che è facile, ma continuo a crederci.

La cura Leao serve anche ad altri giocatori?
Ogni giocatore ha la sua personalità e particolarità. Giocatori diversi, strategie diverse e modo diverso di attuarle. Non è perché Leao sta facendo bene che io penso che devo fare la stessa cosa anche agli altri giocatori.

Domani chi indossa la fascia da capitano?
Quando sono arrivato qui il Milan aveva  tre capitani. Calabria, Theo e Rafa. Immaginate se avessi cambiato il capitano, voi mi ammazzate perché ho cambiato il capitano. Io ho fiducia nel capitano che abbiamo. Se sono d'accordo, è un'altra cosa. Ma ho rispettato la gerarchia della squadra e continuerò a farlo. Fino a quando non deciderò di cambiarlo. Leao capitano? È una possibilità.

Quando vedremo il Milan come vuole lei?
Ho visto un Milan come mi piace in diverse partite. L'ho già visto. Abbiamo bisogno di essere costanti. Ma quando lo vedremo continuo non posso dirlo, non sono un mago. Magari domani, poi dopo. Quello che voglio è avere una squadra più costante, principalmente nell'atteggiamento. Poi possiamo sbagliare tecnicamente e tatticamente, ma per me è difficile capire questa incostanza mentale della squadra. È risolvibile? Sono sicuro di sì. Le cose si guadagnano con l'esperienza.