La palla a due iniziale di Treviso-Cremona è vinta dai padroni di casa. La sfera è gestita da Bruno Mascolo e la Vanoli di coach Cavina, rientrando in difesa, si schiera a zona: sarà così per quasi tutto il primo quarto e, seppur più raramente, in ogni parziale della gara del Palaverde. Non ci può essere notizia peggiore per Ky Bowman, una guardia che contro difese impegnate a intasare il pitturato fatica a esprimere la sua pallacanestro più esaltante.
La prima tripla, presa dall'angolo sullo scarico di Mascolo, scheggia appena il ferro. La prima penetrazione, solitamente conclusa con un appoggio o una schiacciata spettacolare, termina con un deragliamento in mezzo ai corpi della Vanoli. Poi, però, ecco emergere tutto il talento "indifendibile" dell'ex Brindisi: il primo canestro della gara, identico a quello sulla sirena finale che ha fatto il giro del web e ha regalato la 5° vittoria consecutiva a Treviso - è una tripla presa con due palleggi sul posto, isolato contro Tariq Owens e con la mano dell'ex Napoli a ostruirgli la visuale.
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Il piano partita di Cremona era quello di togliere più ritmo possibile all'attacco di coach Vitucci, eliminando la possibilità di subire canestri nei primi secondi dell'azione (quello di Treviso è il 3° pace di LBA: solamente Pistoia e Varese giocano più dei 77.1 possessi per partita dei veneti), e il 9-20 iniziale era un riscontro confortante, che ha lasciato Demis Cavina comunque soddisfatto dei suoi. Poi si va ad analizzare il tabellino e, accanto a Ky Bowman, si leggono 23 punti (4/9 da 2, 4/8 da 3 e 3/4 ai liberi), 5 rimbalzi e 5 assist in 33', con +12 di +/- in una sfida vinta 87-84. Perché questa è la Treviso dell'ultimo mese e mezzo, ancor di più col rientro di capitan Harrison: una squadra il cui talento supera l'organizzazione avversaria, nella quale le responsabilità di Bowman sono sempre più accentuate.
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Al classe '97 del North Carolina è richiesto anche uno sforzo extra in difesa, in cui è il più "sacrificabile" tra gli esterni per contenere i migliori attaccanti avversari (contro Cremona gli è stata affidata la cura di Payton Willis) ed eventualmente cambiare sui blocchi e tenere spalle a canestro contro avversari più stazzati. L'essere una guardia che gioca "bigger" è il marchio di fabbrica anche in attacco, quando può sprigionare tutti i cavalli in campo aperto, ma il Bowman che si sta apprezzando nel 2024/25 è un giocatore ancor più completo: alla terza stagione con coach Vitucci, l'ex Golden State Warriors si sta rivelando sempre più "playmaker", leggendo i movimenti dei compagni sulla linea di fondo - 3.9 assist è la media più alta nella carriera italiana - e realizzatore sugli scarichi dei compagni, non dipendendo unicamente dalle iniziative personali a giochi rotti (con lo stesso volume di triple tentate, dal 32.4% e 35.7% dei primi due anni in LBA Bowman è ora al 47.5%).
L'assenza di D'Angelo Harrison ha poi, ulteriormente e paradossalmente, fortificato la leadership di Bowman nelle gerarchie della Nutribullet. Lo si percepisce anche da dichiarazioni come quelle rilasciate al sito ufficiale dei veneti, a pochi minuti dalla sirena finale con Cremona: "È stato importante per noi mantenere attiva la striscia di vittorie. Sapevamo che sarebbe stata dura, ma volevamo assolutamente conquistare questa vittoria in casa. Siamo riusciti a rimanere uniti durante tutta la partita, a restare competitivi e a mantenere il ritmo alto. Siamo contenti di quello che siamo riusciti a dare in campo. I tiri che mi arrivano cerco di prenderli, ovviamente provando a non forzare e a seguire il ritmo dell’azione che si crea. L’ultimo mi è arrivato e sono riuscito a segnarlo: questa è sicuramente la parte più importante".
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Un giocatore con così tanto istinto "selvaggio" non può essere represso totalmente, e anche con la Vanoli si sono alternati primi passi devastanti a letture quantomeno stravaganti degli schemi offensivi trevigiani. Ma Ky Bowman è così, prendere o lasciare. Il Palaverde, coach Vitucci e tutta Treviso, dopo 11 turni di LBA e con un graduale rientro di Harrison alla massima forma, prendono più che volentieri.