Alla terza, Keifer Sykes ha mostrato ai tifosi di Varese quello di cui è capace.
Lo ha fatto nel momento più importante, quando tutti stavano iniziando a porsi domande e alimentare i dubbi dopo i tanti 0 nei 27 minuti contro Cremona: 0 punti, 0/2 dal pitturato, 0/4 da oltre l'arco e un preoccupante -4 di valutazione.
Ma, proprio contro la sua ex squadra e proprio davanti a Mannion, di cui ha raccolto maglia e responsabilità, il play di Chicago ha legittimato la scelta della dirigenza e in particolare di Luis Scola, con cui ha giocato proprio con la canotta dell'Olimpia.
Da 0 a 17, con buona percentuale al tiro da 2 e una sola tripla, ma piazzata in un momento importante, portando la Openjobmetis sul +11 e facendo capire all'Itelyum Arena di poter fare l'impresa.
Glaciale dalla lunetta (6/6), la sa prestazione è arricchita da 4 rimbalzi difensivi e 5 assist, per 20 di valutazione. La sua prova migliore da quando è a Varese (aveva iniziato bene contro Venezia, con 14 punti e 15 di valutazione).
Sykes è un giramondo del basket: dopo il college ha giocato in Corea, Turchia, America, Cina, Grecia, Australia. Ora in Italia, per la terza volta: prima di Milano, aveva giocato con Avellino, trascinando i compagni ai playoff con 17,1 di media punti a gara.
Anche in quell'occasione fu una partenza a metterlo al centro della scena: in quel caso fu l'addio di Norris Cole, stavolta è stato il trasferimento di Nico Mannion all'Olimpia.
In America il regista e produttore Nick Budabin ha raccontato la sua storia in un docufilm, "Chi Town": dal college all'ascesa in un contesto complicato, su cui Sykes è riuscito a incidere in positivo, passando per quella tanto desiderata chiamata NBA che, dopo tanta gavetta, arriva dagli Indiana Pacers.
Una storia di persistenza, determinazione e tanti km, che incrocia il suo destino con quello di Varese.