IL FATTACCIO

La denuncia di Daisy Osakue: "Presa per ladra in un negozio perché ho la pelle nera".

La discobola azzurra su Instagram: "Ho tirato fuori il tesserino delle Fiamme Gialle e tutto è stato chiarito. Ma il "racial profiling" resta "racial profiling"

Una tranquilla domenica di shopping pre-natalizio si è trasformata in una spiacevole avventura per Daisy Osakue. La discobola azzurra, infatti, ha denunciato con una Instagram Stories un episodio di razzismo nei suoi confronti nello store della Apple in via Roma a Torino. Uno sfogo in cui la ragazza racconta quello che le è successo, sospettata di aver rubato solo perché di colore.

Nell’andare da un piano all’altro è stata l’unica a essere bloccata da un addetto alla sicurezza. Voleva un adattatore per il cellulare poi si è spostata per vedere altri prodotti ma è stata fermata. "All’improvviso mentre scendo le scale si è avvicinato un uomo della sicurezza. E mi dice: "Devi pagare prima di andare via". Osakue si ferma, incredula e interdetta: "In che senso? Sto andando al piano di sotto, dopo che ho guardato quello che mi serve, pagherò giù …".  "Sto facendo il mio lavoro, sto facendo solo il mio lavoro", replica l’addetto alla security di Apple. Osakue  capisce immediatamente, non è la prima volta che le capitano situazioni spiacevoli del genere, e ribatte: "Siamo seri, guardiamoci in faccia, hai bloccato me e non altra gente con cose in mano, perché?". Così decide di qualificarsi e mostra il tesserino della Guardia di Finanza: è un finanziere e appartiene al gruppo sportivo delle Fiamme Gialle: "Hai bloccato l’unico militare di colore e l’hai fermato me perché credevi che stessi rubando… Non hai più detto niente…". 

In soccorso della campionessa di lancio del disco è poi arrivata una dipendente che ha confermato la possibilità di pagare al piano inferiore. "Trovarmi in questa situazione mi ha dato molto, molto fastidio. Capisco che l’addetto stava lavorando, capisco che è Natale e nei negozi c’è caos, capisco che ci siano furti ma il “racial profiling” resta “racial profiling” e quando ci sono più persone dimostri che ti basi su preconcetti e non fatti. Sono stati carinissimi i ragazzi di Apple che si sono scusati". Alla fine Daisy prova comunque a sorridere: "È tutta colpa mia, che ho pensato di uscire di casa, sotto Natale, per fare shopping …".

Purtroppo per Osakue non è la prima volta che ha a che fare con spiacevoli episodi di razzismo.  La discobola, infatti, venne colpita il 30 luglio 2018 a un occhio da un uovo lanciato da tre giovani a bordo di un furgone. Dopo la denuncia dell’aggressione, venne stata presa di mira e fatta oggetto di insulti razzisti da numerosi utenti dei social network. Le bacheche dei suoi profili (Facebook, Twitter e Instagram) diventarono una piazza pubblica per una lunga serie di insulti, alcuni dei quali irripetibili, non solo nei suoi confronti, ma anche contro suo padre.