NEL MIRINO DELLA JUVE

Antonio Silva, il predestinato del Benfica che ha saputo vincere la nostalgia di casa

La Juventus lo sta trattando attraverso il procuratore Jorge Mendes per aggirare la clausola rescissoria da 100 milioni, si tratta sul prestito oneroso

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“Se non pagano i cento milioni della clausola non se ne fa nulla”. La posizione apparentemente irremovibile di Rui Costa su Antonio Silva va letta sempre attraverso la lente di ingrandimento del calciomercato. Il presidente del Benfica deve parlare in questo modo, la sua squadra sta lottando con le solite avversarie, Sporting e Porto, punto a punto. Ma la realtà è molto diversa. La Juventus è molto vicina a questo giovane difensore centrale di grandi prospettive e lo si capisce attraverso un’altra dichiarazione da interpretare, quella del megaprocuratore Jorge Mendes in occasione della premiazione del Golden Boy a Torino: ”Troppo presto per parlare di Antonio Silva”. Traduzione: ci stiamo lavorando, non è semplice ma ci stiamo lavorando.

È ovvio che cento milioni sono una cifra inavvicinabile per qualunque club se rapportato al curriculum del calciatore, che attualmente è una riserva del Benfica. Ha giocato titolare per un mese, da fine agosto a fine settembre, poi si è tranquillamente riaccomodato in panchina. I titolari, praticamente inamovibili, sono Tomas Araujo e il capitano Nicolas Otamendi. In Champions League è stato titolare contro Stella Rossa e Bayern, presenze a cui vanno aggiunti 4 minuti disputati contro l’Atletico Madrid. Il ragionamento di Rui Costa è questo: alla fine della stagione scadrà il contratto di Otamendi, destinato a tornare in Argentina e a quel punto Antonio Silva diventerebbe titolare. Ma è proprio questo il punto. Il ragazzo sta raccogliendo elogi incondizionati ogni volta che scende in campo, la prospettiva di diventare titolare subito in una squadra prestigiosa come la Juventus è un’idea che sembra stimolarlo non poco, ecco perché ha dato mandato a Mendes di lavorare su questo trasferimento.

Resta da aggirare il problema della clausola rescissoria. Scontato dire che la Juve non la pagherà mai. Più realisticamente si lavora su un prestito oneroso con obbligo di riscatto. Nello scorso mese di agosto, il Lipsia è andato a un passo dal prendere il ragazzo con la formula appena citata: in quel caso erano 5 milioni di prestito più 25 di riscatto. Cifre che vanno un tantino ritoccate, ma Mendes conta di strappare un accordo sui 10 milioni di prestito oneroso più 25 di riscatto e su questi numeri, Giuntoli potrebbe ottenere l’okay della proprietà.

Ci sono delle coincidenze curiose nella biografia di Antonio Silva. La prima: è nato il 30 ottobre 2003, esattamente cinque giorni dopo l’inaugurazione del nuovo stadio Da Luz. La seconda: il 25 ottobre 2022 h segnato il suo primo gol da professionista, proprio contro la Juventus che adesso lo sta corteggiando in maniera così determinata. Qualche mese prima è stato il primo capitano del Benfica (sia pure giovanile) a sollevare un trofeo internazionale, la Youth League, sessant’anni dopo la maledizione di Bela Guttmann, l’allenatore che – licenziato per aver chiesto un aumento dopo aver vinto la Coppa dei Campioni – profetizzò che il club di Lisbona non avrebbe mai più vinto nulla in Europa.

Antonio Silva viene da Viseu, piccola città di 90.000 abitanti a sud-est di Porto con uno splendido centro storico di origine medievale. Il suo nome completo è interminabile: Antonio Joao Pereira de Albuquerque Tavares Silva. Ha iniziato a giocare nel Viseu United ma a tredici anni è stato prelevato dallo suo habitat e trasportato a Lisbona dal Benfica, che lo ospitava insieme a tutti gli altri ragazzi del settore giovanile nel centro tecnico di Seixal. Dai tredici ai sedici anni non fu una vita facile la sua. Si lasciò prendere da una crisi di rigetto, la nostalgia di casa lo intristiva e lo condizionava nel rendimento, al punto che i dirigenti del Benfica decisero di rimandarlo a casa dalla famiglia, pagando una psicologa per supportarlo. Tutto passa nella vita, Antonio tornò a Lisbona più convinto di prima, a sedici anni firmò il suo primo contatto da professionista, a diciotto era capitano della squadra Under 19 del Benfica e della Nazionale portoghese della stessa categoria. Il 27 agosto 2022 l’esordio in prima squadra sul campo del Boavista per sostituire lo squalificato Otamendi. Il 5 settembre arrivò un sostanzioso rinnovo di contratto con la famigerata clausola da 100 milioni. Il giorno seguente arrivò l’esordio in Champions League contro il Maccabi Haifa. Dopo il già citato gol alla Juventus, il 6 novembre arrivò una doppietta in Primeira Liga contro l’Estoril. Quattro giorni dopo la convocazione per i Mondiali del Qatar. Sotto la guida dell’allenatore Roger Schmidt è sempre stato titolare. Ma in questa stagione, con l’arrivo di Bruno Lage sulla panchina del Benfica, è cambiato molto.

Al di là del posto da titolare o meno, Antonio Silva ha caratteristiche che possono essere molto utili alla causa juventina. La sua specialità è l’anticipo, in cui ricorda un po’ Fabio Cannavaro. Ma il repertorio in generale è completo: ottima conduzione di palla, senso della posizione, partecipazione attiva alla costruzione dal basso. Si ispira a Rudiger del Real Madrid, a Van Dijk del Liverpool e a Ruben Dias del Manchester City. Cerca costantemente la perfezione nel suo modo di giocare, ben sapendo che non la raggiungerà mai. Intanto vorrebbe raggiungere la Juve per dimostrare quanto è bravo. Ora dipende soprattutto da Giuntoli e da Mendes.