Un sussulto in una notte da encefalogramma piatto. Che il Milan fosse malato lo si sapeva già e a Verona, complice le assenze e la contestazione, se n'è avuta l'ennesima riprova. Zero idee offensive e tanta confusione, con Fonseca costretto a ringraziare la coppia Fofana-Reijnders, abile nel confezionare un gol da Milan che fu. Il portoghese, che ha perso anche Leao nella gelida serata di Verona si è però salvato ancora una volta. Come? Non conservando, bensì osando. Qualcosa di già visto in una stagione fatta di alti e bassi.
La coppia Abraham-Morata nel derby, la scelta di Musah nel quartetto offensivo con il Real Madrid e ieri l'invenzione di Terracciano sulla metà campo. Con conferma annessa di Jimenez, schierato sulla sinistra e nuovamente tra i migliori. Scelte dettate dalla disperazione forse, ma azzeccate. E che gli hanno permesso, più delle altre volte, di restare al timone di una squadra vicina a sbandare una volta per tutte.
Gli infortuni sono l'ennesimo ostacolo che Fonseca punta a schivare, conscio che una vittoria con la Roma e un trionfo in Arabia Saudita nella Supercoppa Italiana potrebbero consentire al Milan di rimettere in riga la stagione e cambiare l'umore dell'ambiente. Un ambiente depresso che ripone anche nel mercato la speranza di una svolta. Speranza condivisa dall'immortale Paulo Fonseca.