Centocinquantadue partite, più Paris-Fenerbahce da recuperare: siamo a metà del cammino della regular season di una delle stagioni più equilibrate di sempre di Eurolega. Le previsioni di fine estate, con sei big destinate - nei pronostici - a dominare (Olympiacos, Panathinaikos, Real Madrid, Barcellona, Fenerbahce e Monaco) sono state smentite dal campo. Perché non c'è stata, finora, quella netta frattura col resto delle squadre. Anzi, alcune delle Big Six hanno floppato e altre realtà inizialmente meno accreditate hanno performato alla grande, col risultato di una classifica cortissima con ben undici squadre tra le 11 e le 9 vittorie. Biglietto da visita per un girone di ritorno da divano e popcorn, in attesa delle emozioni di play in, playoff e Final Four (a proposito: cara Eurolega, quando riterrete opportuno comunicare ufficialmente dove si giocheranno?).
MIGLIOR SQUADRA Paris Basketball
Una meravigliosa banda di matti, se uno si limitasse a guardare uno dei tanti video dei loro imperdibili rituali prepartita. Che però non sono solo uno show fine a se stesso, ma sono la base della pallacanestro che sta proponendo l'unica matricola dell'Eurolega, messa insieme con il blocco dei protagonisti dell'Eurocup vinta e poche e mirate seconde-terze scelte raccattate in giro per l'Europa (Maodo Lo, Kevarrius Hayes, Yakuba Ouattara). Perchè il basket di Paris è divertimento, gruppo, passione, sfrontatezza, freschezza, novità. E anche un tot di sana follia. Un mix shakerato da un allenatore giovane - Thiago Splitter, 40 anni da compiere a Capodanno - che dà sempre l'impressione di sapere cosa sta facendo e soprattutto dove sta andando, in qualsiasi momento di qualsiasi match. Guardare le partite di Paris appaga, provoca piacere, appassiona. E poi vince quasi sempre, che non è un difetto. Wow.
SQUADRA RIVELAZIONE Asvel Villeurbanne
8-20 nel 21/22, 8-26 nel 22/23, 9-25 nel 23/24: in totale fanno 71 sconfitte (su 96 partite) nell'ultimo triennio. Insieme all'Alba Berlino è stata la squadra materasso delle ultime edizioni, dando spesso l'impressione (anzi, la certezza) di essere inadeguata rispetto a quasi tutte le avversarie. E solo da questi numeri si può comprendere il miracolo Asvel, che a fine andata è a una vittoria dai play in con lo stesso record (8-9) del Real Madrid. Merito di Pierric Poupet, altro esponente della nouvelle vague degli allenatori di Eurolega, e di Tony Parker che evidentemente si era stufato di collezionare figuracce in giro per il continente, mettendoci la sua faccia pluridecorata di quando era protagonista sul parquet a San Antonio. L'Asvel gioca una pallacanestro che piace e conquista, un Paris in miniatura anche se con idee di partenza differenti. Complimenti agli scout del club che non hanno praticamente sbagliato un colpo. Dalla stella Maledon, a Harrison e Sako, con un occhio alle prospettive sconfinate di Ajinca. Con un totem come Nando De Colo che a 37 anni è ancora in grado di spiegarla a tutti, quando sta bene. Chapeau.
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SQUADRA DELUSIONE Real Madrid
Che non sarebbe stato lo squadrone dominante dell'ultima regular season (chiusa con un eloquente 27-7) se l'erano immaginato in tanti. Ma che per leggere il nome del Real Madrid sarebbe stato necessario scorrere la classifica fino al 12esimo posto, con più sconfitte che vittorie, forse non l'avrebbe sperato nemmeno il più sfegatato tifoso del Barcellona. D'altronde non poter più contare su Sergio Rodriguez, Rudy Fernandez e Fabien Causeur nello spogliatoio, negli allenamenti e - anche se con minutaggio comprensibilmente limitato - in campo, ha privato il Real di tre campionissimi e portatori sani di quell'anima blanca che ha fatto le fortune e la storia del club. Se aggiungiamo la partenza tardiva post Olimpiade di Yabusele, scelte di mercato deludenti (Feliz, Rathan-Mayes, Ibaka) e rendimento molto ondivago di alcune star (Musa e Hezonja), non restano che Campazzo e Tavares che però da soli non sono bastati - e non basteranno - per pilotare la squadra di un sempre più sotto pressione Chus Mateo alle Final Four, obiettivo dichiarato e obbligato per il club di Florentino Perez.
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MIGLIOR GIOCATORE TJ Shorts (Paris Basketball)
Va bene tutto, ma chi avrebbe mai pensato che un 27enne esordiente assoluto in Eurolega, di appena 175 centimetri di altezza, sarebbe stato l'uomo copertina del torneo? Timothy Neocartes Shorts II è quell'uomo lì. Uno partito dal basso e sceso ancor più in giù prima di arrampicarsi verso l'eccellenza. Scartato da squadre cinesi dopo il college, trova il primo contratto in Lettonia per poi volare in Germania dove incontra l'uomo del suo destino, Tuomas Iisalo, che da Bonn a Parigi punta su di lui e viene ripagato. Un lavoro ereditato e proseguito con intelligenza da Splitter che modella intorno a lui il suo Paris debuttante in Eurolega. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Maestro del pick and roll (provate a fermarlo, non ci riuscirete), ha chiuso il girone di andata con quasi 20 punti (con limitato utilizzo del tiro da 3, arte in cui non eccelle) e 8 assist a partita. E dà la sensazione che il meglio debba ancora arrivare.
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GIOCATORE RIVELAZIONE Theo Maledon (Asvel Villeurbanne)
Del giocatore che quattro anni fa era partito proprio da Villeurbanne per il sogno NBA ha solo il nome. Tutto il resto è cambiato. Da prospetto interessante e futuribile, scelto come 34esimo da Philadelphia nel 2020, a giocatore totale, attaccante formidabile e futuro uomo mercato per l'estate 2025. Theo Maledon, 23 anni compiuti a giugno, è il prospetto più accattivante della pallacanestro di Eurolega per quanto visto in questi primi mesi del torneo. Le sue cifre sono da top player: 18.7 punti, 4.8 assist, 4.2 rimbalzi, 23.4 PIR. E l'asta è già partita, con la speranza che venga vinta da una squadra europea.
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GIOCATORE DELUSIONE Markus Howard (Baskonia)
La scorsa stagione aveva illuso un pò tutti quelli che pensavano di avere a che fare col nuovo Mike James. Numeri alla mano, tuttavia, il paragone poteva non essere così azzardato, con il suo ventello di media mantenuto per tutta la stagione. E con un finale da vero fenomeno, se pensiamo ai 35 punti segnati al Real Madrid e alle 8 triple stampate in faccia alla Virtus Bologna nel mese di aprile, quando la palla scotta un pò di più. E invece quest'anno Markus Howard sembra aver perso il tocco magico. Appena 12 punti di media, percentuali grottesche dalla distanza (39 triple a segno su ben 135 tentativi) e la sensazione che l'exploit dell'anno scorso fosse soltanto un meraviglioso abbaglio.
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QUINTETTO TOP TJ Shorts (Paris Basketball), Theo Maledon (Asvel Villeurbanne), Kendrick Nunn (Panathinaikos), Nikola Mirotic (EA7 Olimpia Milano), Devin Booker (Bayern Monaco). Coach: Thiago Splitter (Paris Basketball)
Sui primi due ci siamo già espressi. Nunn da ala piccola è una forzatura, mossa peraltro che ogni tanto Ataman non disdegna in quintetti ad alto potenziale offensivo. Giustificazione: Nunn non può star fuori dal miglior quintetto di Eurolega, nè ora, nè mai. Semplicemente perché è il più forte giocatore del torneo, col secondo che arriva terzo. E comunque i suoi 20 punti abbondanti a partita (con il 42% da tre) li ha messi a referto, così per dire. Pure in un girone di andata molto "controllato" per i campioni del Panathinaikos. Campione che ha confermato di essere Nikola Mirotic che sta giocando su livelli eccellenti con una costanza notevolissima. Favorito dal nuovo basket small ball di Ettore Messina, il montenegrino è per distacco il leader tecnico dell'Olimpia Milano con i suoi numeri da potenziale MVP: 18.5 punti e 7 rimbalzi in media sono tanta roba. La grande sorpresa nel quintetto dei sogni a metà stagione è senz'altro Devin Booker. Fino all'altroieri onesto e buon mestierante dei pitturati in giro per l'Europa, con Gordon Herbert ha alzato il livello fino a diventare il centro più redditizio del torneo a quasi 34 anni, con una grande presenza sotto canestro e una dimensione perimetrale non trascurabile. Con 17 gare ancora da giocare ha già quasi eguagliato i punti segnati nell'intera stagione scorsa (267 contro 272). E a guidare questo quintetto niente male c'è Thiago Splitter. Ovviamente.