Sembrava l'Apocalisse. Al fischio finale di Svizzera-Italia, all'Olympiastadion di Berlino, il calcio italiano si ritrovava in ginocchio, umiliato da una Nazionale che era stata superiore agli azzurri in modo imbarazzate. Un 2-0 che non ammetteva repliche, anzi era anche fin troppo generoso per una squadra che aveva dato l'impressione di non essere all'altezza di Euro 2024 fin da subito. Praticamente da pochi secondi dal fischio d'inizio della prima partita della competizione, quando Bajrami ha infilato Donnarumma per il vantaggio dell'Albania. Poi l'Italia è riuscita a ribaltare il risultato ma le incognite erano veramente tante. Troppe.
Infatti pochi giorni dopo è arrivata la sconfitta con la Spagna, futura campione d'Europa. Solo un gol di scarto ma l'impressione di non essere mai in partita. L'idea spallettiana di portare il suo calcio, così sofisticato da imparare e così semplice da applicare ma solo dopo che la squadra è in grado di esprimerlo automaticamente, è oggettivamente naufragata per colpa del poco tempo a disposizione per insegnarlo. L'Italia riesce a passare il turno grazie allo splendido gol di Zaccagni all'ultimo secondo di recupero della partita con la Croazia. Poi arrivano gli ottavi e la resa incondizionata alla Svizzera.
Tutto da rivedere. Cosa salvare? E' questa la domanda che la federcalcio e il ct continuano a porsi in vista della Nations League e, soprattutto, dell'appuntamento da non poter proprio fallire: la qualificazione al Mondiale del 2026. Spalletti è troppo intelligente per non aver capito, e lo dirà molto chiaramente in seguito. La Nazionale può procedere secondo le logiche dei suoi principi ma i concetti da introiettare nel gruppo devono essere limitati. Cambia qualche interprete, cambia il sistema di gioco, si dà più spazio alla prudenza, con il 3-5-1-1, ma restano valide le proposte relazionali, un certo tipo di aggressione e gli inserimenti di mezze ali in possesso di gamba e tempismo.
Arriva così un bel segnale di riscatto: la vittoria di Parigi sulla Francia di Deschamps, quel gruppo di fenomeni che può metterti in difficoltà in ogni momento. E infatti, anche in questo caso, succede dopo pochi secondi dal calcio d'inizio con Barcola. Una mazzata che, dopo l'umiliazione europea, avrebbe steso chiunque. L'Italia reagisce, gioca, e vince 3-1. Un segnale importantissimo nel debutto di una Nations League che poi prosegue con altri sei punti in totale con Israele e 4 con il Belgio, prima che i francesi ci restituiscano il 3-1 a domicilio a San Siro rubandoci il primato del girone.
L'Italia comunque va avanti e può sperare di arrivare alle Final Four superando a marzo la Germania nel doppio confronto. Un banco di prova straordinario per capire se si possa finalmente tornare a gustarsi un Mondiale non solo dalla televisione. Le qualificazioni al 2026 sono il vero appuntamento decisivo per valutare in concreto il lavoro di Spalletti.