Il 2024 non ha precedenti nella storia del tennis italiano. Basterebbero i trionfi di Jannik Sinner per rendere tutto unico, ma il movimento tricolore non si è accontentato di appoggiarsi ai successi del 23enne di Sesto Pusteria creando alle spalle un solido progetto che potrebbe raccogliere i suoi frutti anche nei prossimi anni.
La conferma arriva dalla vittoria dei trofei dedicati alle nazionali, la Coppa Davis e la Billie Jean King Cup, successi arrivati non grazie a un singolo, ma a un intero comparto che sta brillando sia in ambito maschile che femminile. Diventa difficile infatti trovare un punto debole per il tennis italiano che può sfruttare senza dubbio del traino offerto da fenomeni come Jannik Sinner o Jasmine Paolini, ma che al tempo stesso può sfruttare l'apporto di una serie di ottimi comprimari come Lorenzo Musetti, Andrea Vavassori, Simone Bolelli o Sara Errani che hanno permesso al nostro movimento di brillare in singolare quanto in doppio.
Se la punta dell’iceberg rimane Sinner, alle spalle ci sono il bronzo olimpico di Musetti, semifinalista a Wimbledon e autore di un’estate da urlo, il ritorno di Matteo Berrettini, impeccabile sull’erba quanto in Davis, a cui si aggiungo le finali di Bolelli e Vavassori agli Australian Open e al Roland Garros con l’amarezza di aver mancato la vittoria nei grandi appuntamenti.
Una sezione maschile sana, che può contare ovviamente sul talento di un big come Sinner, in grado di completare una stagione quasi perfetta con settantatré vittorie e sole sei sconfitte con il 92,4% di successi. Una percentuale che lo colloca fra le dieci stagioni più vincenti della storia del tennis, il tutto condito da otto tornei conquistati, i due Slam già citati, ma anche i Masters 1000 di Miami, Cincinnati e Shanghai oltre a due ATP 500 e alle ATP Finals. Numeri da capogiro che gli hanno consentito di diventare il primo italiano a balzare in vetta alla classifica ATP trascinando la squadra azzurra al secondo successo consecutivo in Coppa Davis.
Risultati difficili da replicare, ma soprattutto da raggiungere se si considera che l’altoatesino ha dovuto far i conti con problemi non trascurabili come l’infortunio all’anca che gli ha fatto saltare gli Internazionali d’Italia e lo ha rallentato al Roland Garros, così come l’ormai fatidica positività al Clostebol. Una “spada di Damocle” che potrebbe macchiare il suo futuro considerato il ricorso della WADA rispetto all’assoluzione ricevuta dall’ITIA.
Se è vero che Sinner è stato il trascinatore del movimento maschile, lo stesso si può dire per Jasmine Paolini che ha chiuso il 2024 al quarto posto nella classifica WTA prendendosi sulle spalle l’intera squadra. Le finali perse al Roland Garros e a Wimbledon sono state soltanto il preludio di una seconda parte di stagione da “numero uno” con l’oro olimpico conquistato in doppio con Sara Errani (il primo per la storia del tennis italiano), il WTA 1000 di Wuhan sempre in coppia con l’emiliana, ma soprattutto la Billie Jean King Cup riportando il titolo nel Bel Paese a distanza di undici anni.
Unica a conquistare un titolo WTA 1000 sia in singolare che in doppio, Paolini è riuscita a qualificarsi alle Finals in entrambe le specialità confermando la propria eclettismo, quella che servirà al tennis italiano anche per potersi confermare nel 2025.