l'analisi

Inter-Bologna, l'analisi: dalla Supercoppa al Bologna, nei secondi tempi c'è solo sofferenza

Inzaghi non sta sfruttando il calendario favorevole e le alternative ai titolarissimi in questo momento non stanno dando le garanzie di qualche settimana fa

di Enzo Palladini

© italyphotopress| Marcus Thuram (Inter)

Che gennaio fosse un mese insidioso, Simone Inzaghi lo sapeva. Bastava sfogliare il calendario, guardare la densità degli impegni, fare due conti sui brevi periodi di recupero a disposizione. Normalmente le squadre utilizzano i giorni a cavallo dell’anno per il cosiddetto richiamo di preparazione. Non viene tutto azzerato quello che è stato fatto, semplicemente si prova a lavorare sulle carenze evidenziate, soprattutto fisiche. Quest’anno non è stato possibile per nessuno, soprattutto per l’Inter e per il Milan che si sono giocate due partite di Supercoppa con annessi viaggio e cambio climatico. Tutto questo comincia a pesare sul momento dell’Inter, che ha perso la forza devastante di qualche settimana fa, che ha smarrito la brillantezza di partite come quella vinta contro la Lazio.

In parole povere, l’Inter è stanca. È stato detto mille volte che ha a disposizione una rosa completa ed è vero, ma capitano momenti come questo in cui né i titolarissimi né le prime alternative rendono secondo le aspettative. Sono momenti in cui, ad esempio, farebbe molto comodo qualche magistrale cambio di gioco di Calhanoglu che invece è (ancora) fermo ai box, servirebbe qualche attaccante in grado di segnare qualche gol e invece in area avversaria non ci sono tracce di Arnautovic o Taremi, servirebbe la gestione del pallone quando si fa in vantaggio ma Mkhitaryan non c’è e Zielinski non è la stessa cosa, servirebbero centimetri in difesa per far rifiatare Bastoni ma Acerbi è fermo da tempo. A Riad è arrivata la doppietta di Dumfries, a Venezia l’incursione di Darmian, con il Bologna queste risorse non sono state sufficienti.

Se bastano due indizi per fare una prova, l’Inter ne ha forniti già più di due. Nel secondo tempo contro il Milan, finale di Supercoppa, l’Inter era crollata, incapace di opporsi al ritorno furioso di una squadra poi definita “giù di condizione fisica” dal suo nuovo allenatore. A Venezia la parte finale della partita è stata una sofferenza. A San Siro contro il Bologna, dopo il 2-2 e soprattutto dopo l’uscita di Lautaro, la squadra di Inzaghi aveva le idee annebbiate, non trovava i riferimenti, non ha avuto alcun un impulso dai giocatori che dovevano provare a mettersi in mostra. Ha lasciato quasi completamente campo e iniziativa alla squadra avversaria. 

Gennaio è un mese importante nella lotta per lo scudetto, perché il Napoli ha un calendario decisamente più complicato ma ha dalla sua l’inerzia di un lungo periodo positivo e la carica del suo allenatore. Il calendario era un assist per Inzaghi, con avversarie come Venezia, Bologna ed Empoli, pensando anche alle due partite decisive per la qualificazione in Champions League. Ma ancora una volta, il rossoblù è stato fatale all’allenatore dell’Inter, che contro il Bologna ha perso uno scudetto apparentemente già vinto, ha subito un’eliminazione abbastanza clamorosa dalla Coppa Italia un anno fa e ha sempre fatto fatica. Stavolta ha perso due punti che rischia di rimpiangere alla fine della stagione. Il suo nervosismo finale è anche figlio di queste considerazioni.