Sapeva che non sarebbe stata una passeggiata. Carlo Ancelotti aveva suonato una serie di campanelli d’allarme alla vigilia della sfida col Genk, consapevole delle insidie che avrebbe potuto nascondere questa trasferta. Giusto e sacrosanto rispettare gli avversari, ma va detto che il Napoli ha dato ancora una volta la sensazione di avere il predominio del campo. È mancato il gol. Il guizzo decisivo, quello che ti risolve la partita. Così, anche se finalmente la difesa è apparsa solida, eccezion fatta per un rigore in movimento fallito da Hagi dopo uno scivolone di Allan, i padroni di casa non hanno mai impensierito seriamente la porta di Alex Meret. Il rammarico nasce analizzando la performance del duo d’attacco selezionato. Lozano, centralmente, non è riuscito a pungere, mentre Milik ha sprecato tre gol a tu per tu con il portiere. Perfino di testa, che negli anni antecedenti al doppio infortunio patito era tra i pezzi forti del suo repertorio.
Un punto che si aggiunge ai tre ottenuti in casa contro il Liverpool. I più ottimisti, tra cui Ancelotti, hanno espresso moderata soddisfazione. C’è invece chi, come il sottoscritto, sicuramente non butta via il punto conquistato ma si interroga sul come sarebbe stato affrontare il Genk con Mertens e Llorente dal primo minuto, o magari anche con il capitano Insigne, lasciato a riposo perché ritenuto poco brillante nella rifinitura. E’ vero che in panchina, in Champions, possono andarci solo in sette, ma per quel che mi riguarda difficilmente riuscirei a rinunciare ad una possibile soluzione come quella che può garantire il talento di Frattamaggiore. Facile dirlo a giochi fatti, ma è anche vero che Ancelotti sa bene che i commenti a posteriori, soprattutto in caso di mancata vittoria, rientrano nei contro del suo mestiere. Tuttavia, al di là delle critiche, che hanno sempre l’intento di essere costruttive e mai distruttive, almeno per quel che mi riguarda, resta il dubbio sul come sarebbe finita la sfida della Luminus Arena con scelte differenti in attacco. Non voglio sostituirmi all’allenatore, per carità, ma effettivamente ha dimostrato un gran coraggio rinunciando inizialmente a quelli che finora gli hanno assicurato in campionato 15 gol. Lo avrà notato anche Milik che, dopo questa prestazione da dimenticare, capirà se in futuro le scelte ricadranno su chi offre maggiori garanzie. Anche se di sicuro Ancelotti saprà motivarlo, magari inserendolo in contesti diversi, quando il risultato è già acquisito o non ci sono grandi responsabilità da assolvere per risolvere le partite. Faccio questa riflessione, perché il Napoli ora ha più scelta in attacco e con gli incastri giusti certi risultati, come il pari col Genk, restano stretti proprio perché la via del gol non è più una chimera.