L'ANALISI

Senza mentalità, grinta e fame di vittoria: a questo Milan serve lo psicologo

Il tecnico portoghese è infuriato coi suoi giocatori, ma lo switch mentale ancora è lontano

Il problema del Milan è di testa e di mentalità. Manca la voglia di vincere, la ferocia nei duelli e l'atteggiamento è a tratti irritante. Un concetto che non viene espresso ripetutamente solo dai tifosi rossoneri, delusi dopo la brutta (bruttissima) sconfitta contro la Juventus, ma dal proprio allenatore portoghese che no, non confondiamoci, non è più Paulo Fonseca. E forse il punto sta proprio lì. Al netto delle belle parole, della scossa emotiva, della Supercoppa e via discorrendo, lo spartito rossonero in fin dei conti anche con Sergio Conceiçao è pressoché lo stesso: a questa squadra manca qualcosa e il problema atavico sembra essere da cercare ovunque tranne che tra le linee del campo. Una gatta da pelare ben più complicata e questo l'ex Porto l'ha capito benissimo.

Tutto del resto non si può cambiare, ma trovare la chiave di un aspetto così tanto delicato quanto decisivo è un compito difficile e quasi al livello della psicologia perché anche nel calcio, come amano ripetere spesso gli atleti stessi, prima di tutto deve funzionare la testa. Se questa al contrario porta all'impegno minimo sindacale l'orizzonte è oscuro con un'alba ben lontana. Al termine di una prestazione come quella fornita in casa della Juventus, specialmente nel secondo tempo, parlare di tattica e tecnica è limitante, anche perché gli stessi identici problemi si erano palesati in tutta la loro crudezza qualche giorno prima a Como. La sensazione finale è di una squadra in confusione totale, che vivacchia in balìa degli eventi, in una situazione complicata da un calendario che non permette soste intermedie per lavorare e allenarsi.

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Le partite di fatto sono le sedute di allenamento per i concetti di Sergio Conceiçao che al momento non può fare altrimenti se non insistere, insistere e insistere sulla propria idea di calcio. La stessa che porta Bennacer a giocare da mezzala nonostante tre prove decisamente sotto la sufficienza tra Supercoppa, Como e Allianz Stadium. La stessa che ha sì portato in tre occasioni alla rimonta vittoriosa, ma anche e comunque il Milan ad andare sempre in svantaggio e a subire gol tranne che nello scialbo 1-1 interno col Cagliari. La fase calda della stagione è già iniziata, i primi quattro posti stanno scivolando via e la missione di Conceiçao è chiara: ridare un'anima al Diavolo, come però non si sa. Per informazioni chiedere al suo predecessore.