Due pesi, due misure, verrebbe da dire vedendo la decisione della WADA che ha posto definitivamente una pietra sopra la positività di Iga Swiatek alla trimetazidina e che si discosta rispetto al ricorso avanzato nei confronti di Jannik Sinner. La polacca era stata fermata per un mese dall'ITIA riconoscendo a tutti gli effetti una contaminazione dovuta all'assunzione di un prodotto alla melatonina utilizzato per combattere gli effetti del jet-leg.
Una spiegazione che ha convinto l'ente tennistico e anche l'Agenzia Mondiale Antidoping che ha accettato la giustificazione della numero 2 al mondo non procedendo ulteriormente a differenza di quanto fatto con Sinner. In un comunicato la WADA ha confermato di aver "chiesto consiglio a un consulente legale esterno, ritenuto che la spiegazione della contaminazione dell'atleta fosse ben dimostrata, che la decisione dell'ITIA fosse conforme al Codice mondiale antidoping e che non ci fossero basi ragionevoli per appellarsi al CAS".
Una decisione che potrebbe a tutti gli effetti aiutare anche Sinner, scagionato inizialmente dall'ITIA in quanto non era stato riscontrato "né dolo, né negligenza" e che aveva confermato come l'entrata in contatto con il Clostebol fosse stata totalmente involontaria e causata dal massaggiatore Giacomo Naldi. In questo caso la WADA ha deciso di far ricorso al TAS di Losanna con udienza fissata per il 16 e 17 aprile prossimi, tuttavia il tribunale svizzero potrebbe prendere in considerazione gli ultimi sviluppi e fare le necessarie valutazioni prima di esprimere un giudizio definitivo.