L'ANALISI

Altro pari dolce-amaro per la Juve, l'Atalanta vola e punta la Top 8 di Champions

Lo 0-0 col Bruges basta ai bianconeri per blindare i playoff, ma il progetto di Motta non decolla. Gol e spettacolo invece per la Dea

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"Mister X" ha colpito ancora in casa Juve. E il pareggio col Bruges ha un sapore dolce-amaro per i bianconeri. Se da una parte lo 0-0 del Jan Breydel Stadium garantisce agli uomini di Motta il pass per i playoff (a meno di risultati clamorosi), dall'altra la prova sottotono di Koopmeiners & Co. allontana infatti ulteriormente le prime della classe e l'obiettivo Top 8. Un "verdetto" giusto per quello che si è visto in campo nel penultimo atto della fase campionato della Champions e che, al netto della vittoria col Milan, conferma le fragilità, i dubbi e i difetti mostrati finora dal gruppo bianconero tra i confini nazionali.

Anche contro il Bruges la Juve non è riuscita a imporre il proprio gioco con personalità, idee e qualità. Colpa di una squadra che va al trotto, non accelera, gioca troppo facile e rischia pochissimo col pallone tra i piedi. Bloccata dalla paura di sbagliare e da un ritmo troppo basso per la Champions, gli uomini di Motta si limitano a palleggiare in orizzontale, verticalizzano col contagocce e faticano a creare azioni pericolose mostrando limiti evidenti sia nella tecnica individuale, sia nella personalità.

Tema che caratterizza da tempo questa Juve e che Motta non è riuscito ancora a risolvere. Nemmeno cambiando il perno offensivo. Anche con Nico Gonzalez al posto di Vlahovic, la Juve continua ad accendersi a intermittenza davanti e con pochi spazi fatica ad attaccare la profondità con velocità e precisione di fronte a difese chiuse e ordinate. Problema che al netto di qualche buona accelerazione di Mbangula, del buon lavoro di Locatelli in entrambe le fasi e di un Gatti generoso e mai domo, resta al centro della questione bianconera oltre la gara col Bruges. Questione che tiene la Juve in un limbo e che sul piano dei risultati si traduce in una sfilza di pareggi ormai difficile da giustificare. Anche in Champions, del resto, davanti le altre corrono, rischiano, segnano e vincono. Esattamente tutto quello che la Juve non riesce a fare. Nè in campionato, né in Europa. 

Discorso diverso invece per l'Atalanta. Al Gewiss Stadium la Dea dà una lezione di calcio a un mediocre Sturm Graz, blinda i playoff di Champions e punta la "Final 8" con una grande prova di forza che conferma il livello europeo e le qualità della rosa bergamasca. Massimo risultato col minimo sforzo per i nerazzurri. Dopo un primo tempo al trotto segnato da qualche accelerazione sugli esterni e dalla solita zampata sottoporta di Retegui, con lo Sturm Graz nella ripresa l'Atalanta cambia passo grazie agli ingressi di Lookman e Cuadrado, sfrutta le giocate di un sontuoso De Ketelaere e dilaga chiudendo la gara con cinque gol preziosi per la differenza reti e tre punti importanti per la classifica generale. Importanti per due motivi. Oltre a premiare la banda di Gasperini in Europa e lasciare ancora tutti aperti i discorsi per la Top 8, infatti, il pass per i playoff consente alla Dea di alimentare la fiducia del gruppo, tenere alta la tensione in campionato in un momento delicato zeppo di impegni e insidie e di giocarsi poi il colpo grosso in Champions all'ultima giornata contro il Barcellona