L'ANALISI

Juventus, un passo avanti e due indietro: Kolo Muani non risolve i problemi

La prima sconfitta stagionale in campionato allontana i bianconeri dal quarto posto

di Daniele Pezzini

© Getty Images

Se la bella vittoria contro il Milan aveva illuso la Juventus, il netto ko contro il Napoli fa tornare prepotentemente coi piedi per terra i bianconeri. Al "Maradona" si è vista una squadra dai due volti, che dopo un ottimo primo tempo ha fatto riemergere una serie di criticità che il successo sui rossoneri sembrava aver spazzato via.

Allo Stadium la squadra era riuscita a non cullarsi sul vantaggio acquisito, premere sull'acceleratore e chiudere la partita. Questa volta, contro un avversario chiaramente di caratura superiore, ha invece completamente mollato dopo averla sbloccata, disputando un secondo tempo da film horror, con zero grinta, zero cattiveria, zero occasioni create e zero tiri in porta. La differenza di condizione dettata dagli impegni europei è un alibi che regge fino a un certo punto, anche perché al contrario di qualche settimana fa i ricambi in panchina non mancavano.

Il risultato è l'ennesima rimonta subita (ben 17 punti persi da situazioni di vantaggio fin qui) e un quarto posto che torna ad allontanarsi pericolosamente.

KOLO MUANI, KOOPMEINERS, VLAHOVIC E CAMBIASO

Kolo Muani ha segnato un gol da grande opportunista, difeso qualche buon pallone ma poco altro. Quel lavoro di raccordo che verosimilmente si aspetta da lui Thiago Motta lo ha fatto pochino e in generale il suo impatto sul gioco corale non è stato particolarmente evidente, anche se maggiori indicazioni in tal senso le daranno le prossime partite.

Le grane da risolvere, in ogni caso, al momento sono altre. Una su tutte: Koopmeiners. Quella di Napoli è stata l'ennesima prova da comparsa, sulla carta trequartista ma in realtà schierato sul centro destra l'olandese non è mai entrato nel vivo del gioco, neanche nel primo tempo quando la squadra girava, impegnato più a coprire le scorribande di McKennie che a dare manforte alla manovra offensiva. Motta non lo sostituisce mai, ma una riflessione sul suo ruolo in squadra è diventata più che mai urgente e doverosa.

Infine servirebbe chiarezza anche su altri due giocatori chiave come Vlahovic e Cambiaso: il serbo ha tirato la carretta a lungo, è vero, ma tutte queste panchine consecutive per scelta tecnica rischiano di minare irrimediabilmente lo spirito di un giocatore già piuttosto umorale, senza considerare la sua delicata situazione contrattuale (stipendio astronomico e contratto in scadenza tra un anno e mezzo); l'azzurro è stato quasi irriconoscibile nelle ultime uscite, distratto e poco propositivo, difficile pensare che le sirene del Manchester City non abbiano influito. La finestra di mercato sta per chiudersi, occorre definire una volta per tutte il suo futuro.

Insomma, ancora troppe questioni in sospeso, che vanno a unirsi a una cronica mancanza di continuità. A fine gennaio la Juve sembra ancora un cantiere aperto, ma campionato e Champions non aspettano.