E venne domenica 6 ottobre. Che, ad inizio stagione, era semplicemente la prima domenica di ottobre con la Juventus in visita al Meazza; oggi è sempre la prima domenica di ottobre, la Juventus arriva sempre al Meazza, ma le aspettative sono notevolmente cambiate. L’aria che si respira, in cima alla classifica, è diversa, i bianconeri rappresentano l’ennesimo esame da superare sul lungo cammino che porta verso la laurea calcistica. Che non significa parlare di scudetto, fare gli sboroni, riempirsi la bocca di certezze e luoghi comuni. No, il dopo Barcellona, sconfitta del tutto immeritata con tale Skomina sugli scudi, ci ha restituito qualcosa di importante; una squadra consapevole della propria forza, che potrà anche perdere partite nel corso della stagione ma senza mai consegnarsi mani e piedi agli avversari, senza naufragare in quel mare di nulla che di tanto in tanto colorava le prestazioni dei nostri eroi durante le ultime stagioni. In soldoni, di una cosa sono certo oggi, mentre sto scrivendo; non ci annoieremo mai con Antonio Conte e, soprattutto, non partiremo mai battuti con uno così al timone.
Stasera, ad esempio; raramente mi sono sentito così tranquillo prima di una sfida tanto importante - lo dico tra le righe e mi spiace ma la penso in questo modo, per me la LA partita è il derby, la rivalità vera è coi cugini e non con la Juventus - non per chissà quale congiuntura astrale, molto semplicemente perché so che i nostri giocatori scenderanno in campo dando tutto quanto possibile, finanche oltre. E, per adesso, tanto mi basta. Io non chiedo a Conte di vincere subito, nelle sue esperienza precedenti con Juve e Chelsea non aveva intermezzi europei da onorare, gli chiedo di formare un gruppo di uomini prima ancora che non semplici atleti e con costoro cercare, nel tempo, di regalarmi soddisfazioni calcistiche assenti ormai da anni. Finora, fino ad oggi, non credo di poter dire di essere stato deluso dal lavoro del tecnico salentino; i ragazzi sono cresciuti in autostima, nessuno – e per nessuno intendo nessuno – tira indietro la gamba, tutti aiutano tutti in un processo che vuol portare l’Inter a competere con le grandi del calcio mondiale. Suning lo ha promesso, io mi fido di Steven Zhang e del colosso cinese che raramente sbaglia un colpo. Glisso, non ne vale la pena, sulle stelle da levare in casa bianconera; non è zona mia, non mi interessa parlarne. Glisso anche sui pienoni al Meazza, capitano talmente spesso che non mi sembrano argomenti di conversazione.
Stasera cuore e cervello. Si può fare.