Prima Simone Inzaghi con il segno del tre con le dita in conferenza stampa dopo la vittoria sul campo del Feyenoord nell'andata degli ottavi di finale di Champions League ("Dovevo dire quattro, c'è anche il Mondiale per club...", la parziale rettifica del tecnico un paio di giorni dopo). E ora l'uscita allo scoperto del capitano dopo la vittoria di Bergamo contro l'Atalanta che spinge l'Inter in classifica a +3 sul Napoli e a + 6 dai bergamaschi di Gasperini a nove giornate dalla fine del campionato. "Il triplete? Siamo una squadra forte e lo dimostriamo, a volte i risultati vengono altre no. La squadra c'è, sono tutti pronti. Vogliamo vincere ogni partita che giochiamo, ci prepariamo e lavoriamo per questo. È la nostra mentalità da anni, vogliamo continuare su questa strada", ha detto Lautaro Martinez a caldo al Gewiss Stadium. In casa Inter dunque è vivo il sogno di ripercorrere la straordinaria annata del 2010 e l'impresa della squadra di José Mourinho.
Diverse le circostanze tra la situazione attuale e quella di 15 anni fa. Più complicata adesso, soprattutto tenendo conto del tour de force dei nerazzurri di Inzaghi, che sulla loro strada avranno da affrontare anche due derby contro il Milan nelle semifinali di Coppa Italia (allora c'era la Fiorentina). Non una sfida qualunque anche sul piano nervoso. Nella stagione 2009/10, dopo 29 giornate di campionato, l'Inter era in testa con 60 punti, con un punto di vantaggio sul Milan e quattro sulla Roma, che poi alla 33.a avrebbe effettuato il sorpasso in testa per poi essere risuperata alla 35.a dopo la sconfitta casalinga contro la Sampdoria di Pazzini e la contemporanea vittoria dei nerazzurri sull'Atalanta. Nei quarti di finale di Champions l'Inter aveva affrontato il Cska Mosca, battuto 1-0 sia all'andata a San Siro (gol di Milito), che in trasferta (rete di Sneijder). Avversario di tutto rispetto ma di tutt'altro peso guardando a questo Bayern Monaco, che i nerazzurri affronteranno nel doppio confronto in Germania l'8 aprile e a San Siro il 16. "Sarà difficile ma lotteremo per tutto". Il messaggio di Lautaro è chiaro e forte.
