"Io sto bene dove sono, poi come tutte le cose c'è un inizio e c'è una fine: l`inizio si conosce, la fine non si sa mai", ha detto Gian Piero Gasperini lunedì alla consegna dei premi per la Panchina d'oro. Il tecnico dell'Atalanta ha già annunciato pubblicamente che non rinnoverà il contratto con la Dea, in scadenza a giugno 2025, ma potrebbe anche lasciare a fine stagione. E il suo futuro potrebbe avere le tinte giallorosse della Roma: i Friedkin hanno dato l'ok per spingere sull'allenatore piemontese, che avrebbe già avuto contatti con il ds Ghisolfi e con Ranieri. "La Roma? Così come l'Italia a chi non piacerebbe allenarla. Parliamo di una piazza straordinaria con un pubblico straordinario. Lo ritengo un orgoglio essere accostato ai giallorossi, ma preferisco navigare a vista", ha aggiunto Gasp.
Chi allora sulla panchina dell'Atalanta in caso di partenza di Gasp? Nelle ultime ore si è fatta avanti la clamorosa voce secondo cui ci sarebbe anche Thiago Motta, fresco di esonero con la Juve, nella lista della dirigenza atalantina. L'italo-brasiliano, già accostato alla panchina della squadra bergamasca quando allenava prima lo Spezia e poi il Bologna, è stato giocatore di Gasperini al Genoa e all'Inter. Lunedì, a margine della consegna del Premio Bearzot, Gasperini ha espresso solidarietà nei confronti di Motta. "Sono affezionatissimo a Thiago Motta, che in questo momento sta vivendo momenti difficili. È il ruolo dell'allenatore, che spesso viene troppo esaltato dai risultati e poi sottoposto alla gogna mediatica". Per il dopo Gasp piacciono anche Tudor, che ha un contratto con la Juve fino al Mondiale per club con rinnovo automatico in caso di qualificazione in Champions, ma che la società potrà recedere unilateralmente entro luglio 2025, e Palladino, allievo di Gasperini, nel caso non continui la sua avventura a Firenze: tutto dipenderà per il tecnico viola da come finirà la stagione.
