"Kipchoge è un atleta unico, fuori dalla media: ce la farà a correre i 42,195 km sotto le due ore ma resto convinto che la gara sia un'altra cosa". A parlare è Stefano Baldini, ex maratoneta italiano, oro olimpico ad Atene 2004, icona dello sport azzurro: non sarà a Vienna per assistere al tentativo di Eliud Kipchoge ma ovviamente seguirà il tutto con grande attenzione e curiosità. E forse, con un pizzico di perplessità. "Tutto è migliorato rispetto al tentativo fatto all'Autodromo di Monza due anni fa. Le condizioni meteo saranno migliori, il percorso più congeniale, persino la presenza del pubblico sarà di grande aiuto per il keniano. E poi, sicuramente anche i materiali e la strategia di gara. Però, personalmente, sono molto più curioso di vedere Kipchoge contro Bekele e Mo Farah alle Olimpiadi di Tokyo tra un anno".
"Questo è un test programmato - ha proseguito Baldini - una sorta di iper-allenamento ma la gara, l'agonismo, l'uomo contro uomo restano per me un'altra cosa. Io, almeno, la preferisco. Certo, se Eliud riuscisse nell'impresa questo sarebbe però di grande stimolo per tutto il movimento". Al momento, al mondo, per Baldini c'è comunque solo Kipchoge in grado di correre per 42 km a 2' 50" al km: "E' un atleta unico, un maratoneta che corre da oltre 15 anni ma resta in continua crescita o, per lo meno, un atleta che non ha ancora dato segni di flessione. L'unica vera difficoltà che posso intravedere nella prova di Vienna sta nella gestione delle lepri: sono 41, 36 di queste si alterneranno in gara facendo da pacemakers, saranno importanti i sincronismi e l'affiatamento. Spero che non creino problemi di gestione".