Giorgio Rondelli ha passato la sua vita dedicandosi all'atletica e ha vinto tanto come allenatore, con grandissimi campioni. Di gioie legate alla corsa ne ha vissute sicuramente tante. Eppure oggi, commentando per Mediaset l'impresa di Kipchoge a Vienna, c'era nella sua voce il timbro di una emozione particolare: la consapevolezza di vivere in diretta qualcosa di unico. Storico,
"Oggi Eliud ha spostato un po' più in là i limiti umani. Anzi, oggi ha dimostrato che i limiti esistono solo nella mente" ha commentato. "Kipchoge è una macchina da corsa perfetta, un'opera d'arte ingegneristica. Le sue doti atletiche si sposano con una solidità mentale unica. Non a caso lo chiamano "Il Filosofo", per la sua imperturbabilità, per la sua capacità di concentrazione. E per la consapevolezza di sè".
Caratteristiche che hanno permesso l'impresa: 1h 59' 40" sulla distanza della maratona: "Il compianto dottor Arcelli diceva che l'uomo sarebbe riuscito nell'impresa solo tra il 2025 e il 2030, Kipchoge ha anticipato tutto e tutti grazie ai miglioramenti nelle tecniche di allenamento, a quello dei materiali, alla preparazione alla prova in generale". Un giorno, il 12 ottobre 2019, indimenticabile per la storia dell'atletica: "Il 9" 58 di Bolt e il crono di Kipchoge racchiudono la grandezza e la perfezione dell'essere umano. Sì, oggi si è scritta una pagina indelebile".