SORRISI
Inutile negarlo, da Milanello il sorriso era sparito da un po'. Risultati che non arrivavano, prestazioni disarmanti e in primis Marco Giampaolo che non riusciva a trasmettere la necessaria tranquillità alla squadra. Attenzione, non si sta parlando di liti o chissà cosa, semplicemente i risultati hanno spinto l'umore del gruppo sempre più verso bollino rosso della negatività, come spesso capita. Pioli appena arrivato ha lavorato proprio su questo: Testa e spirito. Certo, con i pochi rimasti dalle nazionali, ma ha lavorato per creare subito un forte rapporto empatico. Grandi, grandissimi sorrisi, il "torello" coi ragazzi per rompere il ghiaccio e poi chiacchiere e qualche battuta. Un po', non troppo. Qualcosa del tipo "giochiamo e lasciamoci andare, conosciamoci, ma ricordatevi che io sono l'allenatore e sono al comando del gruppo." L'obiettivo del mister è trovare la chiave da subito per entrare in contatto per davvero con questi ragazzi, per entrare nella testa di un gruppo che non sta rendendo a dovere, ha fretta di conoscerli e di capire cosa possono dargli subito.
PUNTI
Il mister ripartirà, quantomeno per le prime, da un 4-3-3. Anche se il consiglio che diamo ai lettori è di non fissarsi sui numeri, il primo a non farlo è proprio Pioli che è tutto tranne che un dogmatico a tutti i costi, sa che la vittoria viene prima di tutto, prima anche delle fissazioni tattiche. Mai come al Milan ora si necessità di vincere partite; iniziando bene il mister sa benissimo che comprerebbe tempo e allontanerebbe un po' di grigiore e malcontento. Pioli, uomo intelligente, ha ben compreso la situazione in cui si è cacciato, per questo l'intenzione è quella di partire subito forte, per poi poter lavorare con maggiore serenità e iniziare a strutturare meglio le sue idee. Quindi quantomeno per l'inizio con il Lecce sarà 433, senza grandi esperimenti ma ripartendo dalle (poche) certezze di questa squadra. Il mister comunque sta già studiando idee e soluzioni, da quello che abbiamo appreso si accarezza l'idea di un centrocampo maggiormente tecnico con Calha e Paquetà mezzali, ma tempo al tempo e vedremo le risposte della squadra dove porteranno lo porteranno. Perchè se è vero che l'estetica e il gioco di un certo livello tecnico piacciono molto al nuovo allenatore è anche vero che tra le sue parole chiave c'è "equilibrio", quindi prima di sbilanciare troppo la squadra ci lavorerà per trovare il giusto compromesso.
PIATEK
Tra le missioni di Pioli c'è sicuramente quella di guarire Krzysztof Piątek. Detto fuori dai denti, è palese che il polacco non si sia mai preso con Marco Giampaolo. Anche qui, niente litigate, semplicemente zero empatia, pochissimo feeling e tutto ciò si rispecchiava in campo. Colui che l'anno scorso la buttava dentro solo guardandola, faticava a controllare e proteggere un pallone. Incredibile. La testa fa brutti scherzi e i rapporti con l'allenatore contribuiscono tantissimo, Pioli lo sa è attende impaziente il ritorno del pistolero dalla nazionale per parlarci occhi negli occhi. Piatek può e deve fare di più, ma soprattutto nel nuovo Milan che ha in testa il tecnico di Parma il polacco deve pensare a fare gol. Deve fare quello che gli riesce meglio, il finalizzatore, senza diventare esterno, senza venire troppo basso, senza preoccupazioni. Il Milan ha bisogno di Piatek e dei suoi goal, ma anche lui deve scrollarsi di dosso la negatività, perchè in rosa ora c'è un'insidia vera e reale che risponde al nome di Rafael Leao e ha già dimostrato che da prima punta può fare sfracelli.