Le pause, è noto, non riempiono i vuoti. Anzi, li amplificano, li rendono ancora più vuoti. Spesso ci si infila dentro l'inutile, l'indesiderato, a volte il dannoso. Questa pausa di campionato, per il Milan, sta risultando orrenda, deleteria, due settimane da cassonetto, partite dal malissimo gestito cambio Giampaolo/Pioli e virate poi dal fiume avvelenato delle parole, la sparata bugiarda di Gazidis sul fallimento, la replica dura di Silvio Berlusconi, e poi ancora Galliani, Gandini, Fabbricini. E prima ancora, sulle questioni di campo, le sdottorate di Mirabelli, artefice come e più dell'attuale dirigenza del flop tecnico che è il Milan attuale. Un regolamento di conti dialettico che farebbe quasi sorridere se invece non ci fosse da mettersi le mani nei capelli ripensando a queste ultime stagioni, che irrita ancora più i tifosi che ormai hanno capito bene come siano andate le cose e sanno che non c'è nessuno, ma proprio nessuno che possa scagliare la prima pietra. Nuovi e vecchi padroni, pseudopadroni nel mezzo, il filo conduttore è stato l'usare il Milan per i propri scopi, che non corrispondevano e non corrispondono esattamente agli scopi dei milanisti. Che non chiedono niente altro che spettacoli calcistici e societari degni della loro passione e della loro appartenenza: nessuno con un minimo di raziocinio e realismo chiede scudetti a fiumi, Champions o Mbappé (anche se al fan non dovrebbe mai essere proibito sognare); ma qualcosa di più di questo pantano in cui si è invischiato il Milan sì, o perlomeno serietà, attenzione, rispetto. E invece il turbine di atti e di parole che si sono susseguiti dal mezzo sorriso di Genova a oggi ricordano tanto certi giorni pesanti d'estate, quando sei sudato e stanco e vieni assalito da mosche, zanzare, moscerini. Sarebbe cosa buona e giusta, quindi, piantarla lì almeno con questo stucchevole, basso dibattito sulla Serie D, sul “cosa sarebbe successo se”, su colpe vere, presunte e in realtà condivise.
Chiudiamo la bocca tutti, che già abbiamo i nostri bravi e veri problemi da risolvere, tipo capire se Pioli può fare davvero qualcosa, se bisogna davvero buttare via l’annata già in autunno, cercare di vincere col Lecce, perché inciampare significa un immediato ritorno alla centrifuga. È il momento di seguire il consiglio che si trova in una canzone tra le più amate da quelli della mia generazione, Depeche Mode, Enjoy the Silence. “le parole sono davvero inutili, possono solo farti fesso, goditi il silenzio”. Ecco, stiamo zitti tutti e godiamoci un po' di silenzio, perché in giro ci sono davvero parole messe lì per confondere, ingannare. Taccia anche e soprattutto Hakan Calhanoglu, che dovrebbe pure tenere le mani al loro posto, e non davanti alla fronte. Il “duro” patriota che doveva venire coccolato ogni giorno dallo psicologo Rino Gattuso. Visto che ama i social, faccia un bel giro completo a vedersi cosa sta succedendo nel Nord della Siria, si documenti. E magari pensi a giocare, sarebbe ora.