Una tenuta mentale da paura, un rovescio bimane che ricorda quello di Andy Murray e le idee molto chiare: "Tra cinque anni mi vedo molto in alto" disse in un'intervista di qualche mese fa. L'Italia del tennis può dormire sonni tranquilli pensando alla crescita inarrestabile di Jannik Sinner, passato dalla posizione 551 di inizio stagione alla Top 100 dopo la vittoria con Tiafoe. "Jannik è in competizione con la vittoria, mai con la sconfitta. Quando perde gli interessa solo capire se aveva il livello di gioco necessario per quella partita". Parole di Max Sartori, coach di Andreas Seppi, l'uomo che a 14 anni ha portato il giovane Jannik a Bordighera sotto l'ala protettrice del maestro Riccardo Piatti e del coach Andrea Volpini. E' stato Sartori a convincere papà Hans Peter e mamma Siglinde, gestori di un rifugio della Val Fiscalina, luogo dove d'inverno si arriva solo con gli sci. Attrezzi che il ragazzo, da buon altoatesino, incominciò a inforcare a quattro anni, e a sette anni era già campione italiano di slalom gigante per la sua età. Per fortuna del mondo del tennis, la discesa tra i pali larghi non lo soddisfaceva: "Uno sport in cui la prestazione dura meno di due minuti non mi entusiasma" le sue parole.
A differenza di altri giovani, e in altre epoche, Sinner è partito dal bassissimo: ha fatto la gavetta nei Futures, senza la fretta di dover uscire e senza rischiare contraccolpi psicologici. Con qualche anno di anticipo, lo stesso percorso compiuto da Matteo Berrettini, a oggi il numero uno del tennis italiano. Oltre alla testa, però, c'è anche un enorme talento: a Bordighera gran parte del lavoro riguarda la parte fisica (attualmente è alto 191 cm per 75 kg di peso) e si lavora per migliorare il dritto, ma soprattutto il servizio, ancora meno incisivo rispetto agli altri colpi. Mai una parola fuori posto, l'azzurro si rilassa guardando le serie Tv e appena può si rifugia nella tranquillità dell'Alta Val Pusteria.
Dopo essere diventato l'italiano più giovane a vincere un match in un Masters 1000 (contro l'americano Steve Johnson), Sinner è anche il più giovane a centrare una semifinale (primato strappato a Diego Nargiso), ma soprattutto si conferma il 2001 più forte al mondo. Alla stessa età solo Nadal (numero 49), Federer (numero 66) e Djokovic (numero 96) erano meglio piazzati nel ranking dell'azzurro. I dominatori degli ultimi 15 anni, i famigerati Fab Three, i tre fenomeni che stanno riscrivendo la storia del tennis e che insieme vantano la mostruosa cifra di 55 titoli Slam. Insieme a Berrettini, se non gli verranno le vertigini, il tennis italiano può guardare con grande ottimismo al futuro...