© getty-images|SZCZESNY 8,5 – Non avrà impatto mediatico come certi suoi colleghi, ma si è dimostrato esempio di affidabilità totale. Sempre pronto sia quando gli avversari tirano in porta una volta in novanta minuti sia quando il lavoro è più complicato. Uno che fa gruppo e a volte fa la differenza.
© getty-images|PERIN 7 – In molti hanno criticato la sua scelta di accettare un ruolo da comprimario pur essendo ancora giovane e in rampa di lancio. Lui è ancora convintissimo di tutto questo e quando c’è stato bisogno di lui si è fatto trovare pronto.
© getty-images|CHIELLINI 8,5 – Primo anno intero da capitano, stesso furore agonistico di sempre, incredibile fame di vittorie nonostante l’età. Si è gestito bene, ha accettato di riposare in qualche momento chiave della stagione quando ce n’era bisogno, ha dato il suo contributo sia dal punto di vista tecnico che da quello psicologico, rassicurando sempre i compagni con il suo esempio.
© getty-images|BONUCCI 8 – I dubbi erano relativi soprattutto all’aspetto psicologico, il ritorno alla Juve non è stato assolutamente indolore. Leo ha affrontato tutto a muso duro come al solito, ha accettato qualche critica ed è anche tornato senza timori a indossare la fascia da capitano. Qualche gol decisivo e la solita saggezza tattica.
© getty-images|RUGANI 7 – Il mondo Juve crede ciecamente in lui, al punto da rinnovargli il contratto fino al 2023. Il mondo esterno ha qualche dubbio in più, nel senso che quando è stato impiegato ha dato qualche preoccupazione ad Allegri in certe situazioni tattiche. Ma è giovane e può migliorare.
© getty-images|CACERES 6 – Preso a gennaio per rattoppare il reparto difensivo in situazioni di emergenza, come usato sicuro, si è messo a disposizione con entusiasmo e professionalità, guadagnandosi la pagnotta.
© getty-images|BARZAGLI 6,5 – Massacrato dagli infortuni, ha saltato una buona parte della stagione contribuendo solo a livello psicologico con la sua presenza rassicurante. Parte integrante della BBC soprattutto come peso all’interno dello spogliatoio, tecnicamente ha dato qualcosa in meno rispetto al passato.
© getty-images|ALEX SANDRO 7,5 – Non è un caso se la Juventus sta flirtando da tempo con Marcelo. Non si può die che la stagione del brasiliano sia stata negativa, anzi. Il problema è che forse ci si aspettava un processo di crescita superiore che non si è verificato.
© getty-images|SPINAZZOLA 7 – Si è impuntato a gennaio, quando lo volevano dare in prestito al Bologna, e alla fine gli eventi si sono schierati dalla sua parte perché nelle rare occasioni in cui è stato disponibile, ha dato un apporto qualitativo e quantitativo notevole. Senza infortuni sarebbe ancora più considerato.
© getty-images|DE SCIGLIO 7,5 – Da possibile erede di Paolo Maldini (etichetta appiccicata troppo precocemente ai tempi del Milan) si è trasformato nel prototipo del difensore eclettico, che può giocare a destra o a sinistra, che può adattarsi in una difesa a tre o a quattro, che si allena seriamente e non va vai sopra le righe.
© getty-images|CANCELO 8 – Non tutti erano convinti che la Juventus avesse fatto un investimento mirato prendendo il portoghese dopo la stagione all’Inter. Digerito in fretta il passato nerazzurro e instaurato un rapporto eccellente con il connazionale Cristiano Ronaldo, ha dimostrato di avere la qualità e il dinamismo che fanno la differenza sulla fascia.
© getty-images|PJANIC 8,5 – Centrocampista da grande squadra, sempre e comunque. Ha caratteristiche che lo renderebbero adatto a Barcellona, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e avanti così. Il suo apporto di qualità è sempre elevatissimo, la sua personalità è ormai quasi quella di un allenatore in campo.
© getty-images|EMRE CAN 7,5 – Eredità della gestione Marotta, preso a costo zero dal Liverpool, è stato frenato solo da un nodulo tiroideo che l’ha costretto a uno stop forzato. Quando è stato a disposizione, si è dimostrato degnissimo di una squadra che punta a vincere tutto, con la sua capacità di stare in campo nella maniera migliore.
© getty-images|BENTANCUR 7,5 – Poco appariscente nel suo modo di giocare (ma lo era anche quando giocava in Argentina), è invece molto concreto all’interno dei meccanismi studiati da Allegri. Mezzala di quantità e qualità, pur essendo giovanissimo non ha mai sofferto la responsabilità che si è ritrovato a portare sulle spalle.
© getty-images|MATUIDI 8,5 – Quando c’è da correre un metro in più, quando c’è da metterci qualcosa di sé stesso, non si tira mai indietro. Inesauribile nel suo apporto podistico al movimento della squadra, preciso nelle chiusure ma anche negli inserimenti, si è sempre guadagnato un voto alto, anche nelle giornate in cui gli altri rimanevano in ombra.
© getty-images|KHEDIRA 7,5 – La sfortuna gli ha tolto un pezzo di stagione per il problema cardiaco che l’ha costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico. Ma fa parte di quella categoria di giocatori che lasciano sempre tranquillissimo un allenatore. Quando sta bene entra in campo sapendo benissimo quello che deve fare, in fase di possesso e di non possesso.
© getty-images|CRISTIANO RONALDO 9 – L’hanno preso per puntare alla Champions League, ma se è vero che si è allenato in campionato, sono stati allenamenti molto ben fatti. Si è divertito e ha fatto divertire la gente, comprese un po’ di tifoserie avversarie che comunque se ne sono fatte una ragione. Perdere contro di lui è sempre un po’ meno disonorevole che perdere contro uno qualsiasi.
© getty-images|DOUGLAS COSTA 6 – Stagione tormentata, in parte anche per colpa sua. Imperdonabile il gesto dello sputo a Di Francesco nella partita contro il Sassuolo, poco apprezzata qualche sua iniziativa nella vita privata. Tutto perdonabile se il campo avesse raccontato un’altra storia, invece ha giocato poco per colpa degli infortuni e non sempre bene.
© getty-images|BERNARDESCHI 8 – Doveva essere la stagione della maturità e in buona parte la missione è stata compiuta. L’ex viola ha messo in campo una personalità che nella stagione precedente sembrava latitare un po’, in momenti importanti si è rivelato all’altezza dei compagni più famosi e soprattutto più abituati alle grandi platee, trovando un grande feeling con Ronaldo. È costato parecchio e sta dimostrando di valere tutta quella cifra.
© getty-images|CUADRADO 6 – Una stagione terribile dal punto di vista degli infortuni, chiusa praticamente a novembre con una manciata di buone partite e un gol contro il Cagliari, non ha lasciato il segno in questa stagione ma non per colpa sua.
© getty-images|DYBALA 7 – Si poteva immaginare che la convivenza con Ronaldo non fosse la più semplice del mondo. Allegri ci ha messo del suo per cercare di rattoppare questa situazione, ma due personalità di quel tipo difficilmente riescono a trovare un’intesa produttiva al cento per cento. La Joya ha provato a dare il suo contributo forzando un po’ le sue caratteristiche, in campionato non sempre i risultati sono stati del tutto positivi.
© getty-images|MANDZUKIC 7,5 – Per mezza stagione ha cantato poco ma ha portato molto la croce, nel senso che ha lavorato in maniera oscura per Cristiano Ronaldo, autoremunerandosi con qualche gol personale. Da un certo punto in poi ha perso un po’ di brillantezza, ha risentito dello sforzo iniziale pur mantenendo la sua infinita professionalità.
© getty-images|KEAN 8 – Prende un voto in più per l’età, bisogna sempre ricordare che è nato nel 2000. Scalpitava nei primi mesi della stagione, voleva andare via per giocare titolare in qualche altra squadra, mentre Allegri gli diceva che stando al suo posto avrebbe potuto crescere imparando cosa volesse dire vivere nel grande calcio. Aveva ragione Allegri e nella seconda parte della stagione Kean si è messo a giocare e a segnare.
© getty-images|ALLEGRI 9 – Ci si chiedeva quali stimoli potesse avere dopo aver vinto quasi tutto. La risposta non si è fatta attendere molto. L’allenatore livornese ha dimostrato ancora una volta di saper gestire alla perfezione il talento e la classe, ma anche l’emergenza e i momenti di difficoltà. Fa ormai parte dell’èlite assoluta nella sua professione e per la Juventus non sarebbe facile dover pensare eventualmente a un “dopo Allegri”, viste la caratteristiche abbastanza uniche del personaggio.
© getty-images|SZCZESNY 8,5 – Non avrà impatto mediatico come certi suoi colleghi, ma si è dimostrato esempio di affidabilità totale. Sempre pronto sia quando gli avversari tirano in porta una volta in novanta minuti sia quando il lavoro è più complicato. Uno che fa gruppo e a volte fa la differenza.
© getty-images|PERIN 7 – In molti hanno criticato la sua scelta di accettare un ruolo da comprimario pur essendo ancora giovane e in rampa di lancio. Lui è ancora convintissimo di tutto questo e quando c’è stato bisogno di lui si è fatto trovare pronto.
© getty-images|CHIELLINI 8,5 – Primo anno intero da capitano, stesso furore agonistico di sempre, incredibile fame di vittorie nonostante l’età. Si è gestito bene, ha accettato di riposare in qualche momento chiave della stagione quando ce n’era bisogno, ha dato il suo contributo sia dal punto di vista tecnico che da quello psicologico, rassicurando sempre i compagni con il suo esempio.
© getty-images|BONUCCI 8 – I dubbi erano relativi soprattutto all’aspetto psicologico, il ritorno alla Juve non è stato assolutamente indolore. Leo ha affrontato tutto a muso duro come al solito, ha accettato qualche critica ed è anche tornato senza timori a indossare la fascia da capitano. Qualche gol decisivo e la solita saggezza tattica.
© getty-images|RUGANI 7 – Il mondo Juve crede ciecamente in lui, al punto da rinnovargli il contratto fino al 2023. Il mondo esterno ha qualche dubbio in più, nel senso che quando è stato impiegato ha dato qualche preoccupazione ad Allegri in certe situazioni tattiche. Ma è giovane e può migliorare.
© getty-images|CACERES 6 – Preso a gennaio per rattoppare il reparto difensivo in situazioni di emergenza, come usato sicuro, si è messo a disposizione con entusiasmo e professionalità, guadagnandosi la pagnotta.
© getty-images|BARZAGLI 6,5 – Massacrato dagli infortuni, ha saltato una buona parte della stagione contribuendo solo a livello psicologico con la sua presenza rassicurante. Parte integrante della BBC soprattutto come peso all’interno dello spogliatoio, tecnicamente ha dato qualcosa in meno rispetto al passato.
© getty-images|ALEX SANDRO 7,5 – Non è un caso se la Juventus sta flirtando da tempo con Marcelo. Non si può die che la stagione del brasiliano sia stata negativa, anzi. Il problema è che forse ci si aspettava un processo di crescita superiore che non si è verificato.
© getty-images|SPINAZZOLA 7 – Si è impuntato a gennaio, quando lo volevano dare in prestito al Bologna, e alla fine gli eventi si sono schierati dalla sua parte perché nelle rare occasioni in cui è stato disponibile, ha dato un apporto qualitativo e quantitativo notevole. Senza infortuni sarebbe ancora più considerato.
© getty-images|DE SCIGLIO 7,5 – Da possibile erede di Paolo Maldini (etichetta appiccicata troppo precocemente ai tempi del Milan) si è trasformato nel prototipo del difensore eclettico, che può giocare a destra o a sinistra, che può adattarsi in una difesa a tre o a quattro, che si allena seriamente e non va vai sopra le righe.
© getty-images|CANCELO 8 – Non tutti erano convinti che la Juventus avesse fatto un investimento mirato prendendo il portoghese dopo la stagione all’Inter. Digerito in fretta il passato nerazzurro e instaurato un rapporto eccellente con il connazionale Cristiano Ronaldo, ha dimostrato di avere la qualità e il dinamismo che fanno la differenza sulla fascia.
© getty-images|PJANIC 8,5 – Centrocampista da grande squadra, sempre e comunque. Ha caratteristiche che lo renderebbero adatto a Barcellona, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e avanti così. Il suo apporto di qualità è sempre elevatissimo, la sua personalità è ormai quasi quella di un allenatore in campo.
© getty-images|EMRE CAN 7,5 – Eredità della gestione Marotta, preso a costo zero dal Liverpool, è stato frenato solo da un nodulo tiroideo che l’ha costretto a uno stop forzato. Quando è stato a disposizione, si è dimostrato degnissimo di una squadra che punta a vincere tutto, con la sua capacità di stare in campo nella maniera migliore.
© getty-images|BENTANCUR 7,5 – Poco appariscente nel suo modo di giocare (ma lo era anche quando giocava in Argentina), è invece molto concreto all’interno dei meccanismi studiati da Allegri. Mezzala di quantità e qualità, pur essendo giovanissimo non ha mai sofferto la responsabilità che si è ritrovato a portare sulle spalle.
© getty-images|MATUIDI 8,5 – Quando c’è da correre un metro in più, quando c’è da metterci qualcosa di sé stesso, non si tira mai indietro. Inesauribile nel suo apporto podistico al movimento della squadra, preciso nelle chiusure ma anche negli inserimenti, si è sempre guadagnato un voto alto, anche nelle giornate in cui gli altri rimanevano in ombra.
© getty-images|KHEDIRA 7,5 – La sfortuna gli ha tolto un pezzo di stagione per il problema cardiaco che l’ha costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico. Ma fa parte di quella categoria di giocatori che lasciano sempre tranquillissimo un allenatore. Quando sta bene entra in campo sapendo benissimo quello che deve fare, in fase di possesso e di non possesso.
© getty-images|CRISTIANO RONALDO 9 – L’hanno preso per puntare alla Champions League, ma se è vero che si è allenato in campionato, sono stati allenamenti molto ben fatti. Si è divertito e ha fatto divertire la gente, comprese un po’ di tifoserie avversarie che comunque se ne sono fatte una ragione. Perdere contro di lui è sempre un po’ meno disonorevole che perdere contro uno qualsiasi.
© getty-images|DOUGLAS COSTA 6 – Stagione tormentata, in parte anche per colpa sua. Imperdonabile il gesto dello sputo a Di Francesco nella partita contro il Sassuolo, poco apprezzata qualche sua iniziativa nella vita privata. Tutto perdonabile se il campo avesse raccontato un’altra storia, invece ha giocato poco per colpa degli infortuni e non sempre bene.
© getty-images|BERNARDESCHI 8 – Doveva essere la stagione della maturità e in buona parte la missione è stata compiuta. L’ex viola ha messo in campo una personalità che nella stagione precedente sembrava latitare un po’, in momenti importanti si è rivelato all’altezza dei compagni più famosi e soprattutto più abituati alle grandi platee, trovando un grande feeling con Ronaldo. È costato parecchio e sta dimostrando di valere tutta quella cifra.
© getty-images|CUADRADO 6 – Una stagione terribile dal punto di vista degli infortuni, chiusa praticamente a novembre con una manciata di buone partite e un gol contro il Cagliari, non ha lasciato il segno in questa stagione ma non per colpa sua.
© getty-images|DYBALA 7 – Si poteva immaginare che la convivenza con Ronaldo non fosse la più semplice del mondo. Allegri ci ha messo del suo per cercare di rattoppare questa situazione, ma due personalità di quel tipo difficilmente riescono a trovare un’intesa produttiva al cento per cento. La Joya ha provato a dare il suo contributo forzando un po’ le sue caratteristiche, in campionato non sempre i risultati sono stati del tutto positivi.
© getty-images|MANDZUKIC 7,5 – Per mezza stagione ha cantato poco ma ha portato molto la croce, nel senso che ha lavorato in maniera oscura per Cristiano Ronaldo, autoremunerandosi con qualche gol personale. Da un certo punto in poi ha perso un po’ di brillantezza, ha risentito dello sforzo iniziale pur mantenendo la sua infinita professionalità.
© getty-images|KEAN 8 – Prende un voto in più per l’età, bisogna sempre ricordare che è nato nel 2000. Scalpitava nei primi mesi della stagione, voleva andare via per giocare titolare in qualche altra squadra, mentre Allegri gli diceva che stando al suo posto avrebbe potuto crescere imparando cosa volesse dire vivere nel grande calcio. Aveva ragione Allegri e nella seconda parte della stagione Kean si è messo a giocare e a segnare.
© getty-images|ALLEGRI 9 – Ci si chiedeva quali stimoli potesse avere dopo aver vinto quasi tutto. La risposta non si è fatta attendere molto. L’allenatore livornese ha dimostrato ancora una volta di saper gestire alla perfezione il talento e la classe, ma anche l’emergenza e i momenti di difficoltà. Fa ormai parte dell’èlite assoluta nella sua professione e per la Juventus non sarebbe facile dover pensare eventualmente a un “dopo Allegri”, viste la caratteristiche abbastanza uniche del personaggio.