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Palladino: "Ringrazierò per sempre Berlusconi e Galliani. Kean trattato con amore"

Raffaele Palladino, intervistato in esclusiva da Marialuisa Jacobelli, parla del momento d'oro della sua Fiorentina

Sei vittorie di fila, qual è stata la chiave per la svolta dopo un inizio tutt'altro che facile con molti mugugni?
"Nonostante la sconfitta contro l'Atalanta ho capito di avere in mano una squadra forte che stava crescendo. Da lì in poi credo che sia stato un percorso tutto in crescendo e probabilmente Bergamo è stata la chiave di svolta".

Questa estate hai voluto fortemente Moise Ken, quali sono i tasti che hai toccato con il ragazzo per farlo sbocciare?
"Ho toccato i tasti dell’amore e ho dato fiducia a un ragazzo che aveva bisogno di tanta fiducia e che doveva ritrovare autostima. È stato molto bravo perché si è messo a disposizione del gruppo con grande umiltà, ha fatto un grande lavoro su se stesso e a mio avviso ha grandi margini di miglioramento. Nemmeno Moise sa quanti margini di miglioramento ha".

Tu ovviamente sei giovanissimo, sei inizio carriera, qual è stato il tuo pensiero quando Galliani ti chiamò in prima squadra?
"È stato quello di una grande felicità perché essere scelto da un grande presidente come Berlusconi e il dottor Galliani è motivo di grande soddisfazione. Lì ho capito che dovevo mettercela tutta per coronare il sogno che avevo già da anni dentro di me. Mi hanno dato una grande opportunità e li ringrazierò per tutta la vita".

Sempre più allenatori e giocatori si stanno lamentando per i troppi impegni, tu di che parere sei?
"Sicuramente gli impegni sono tanti, infatti ci sono tanti infortuni, bisogna essere bravi anche noi allenatori a cercare di dare anche qualche giorno libero ai ragazzi perché anche loro hanno bisogno di qualche giorno di pausa".

Quest'anno non sei più l'allenatore più giovane della Serie A perché Fabregas ti ha 'rubato' lo scettro. Ti scontrerai con lui domenica, ti piace la sua idea di calcio?
"Assolutamente sì, ho avuto modo di studiarlo in questi giorni, è un ottimo allenatore, mi piace anche come persona, come si pone con la stampa e con i suoi giocatori. È un allenatore spagnolo, le sue squadre giocano molto bene a calcio, è un allenatore moderno che gioca un calcio offensivo quindi ti mette in difficoltà. Insomma sarà una bella sfida domenica".

A fine partita vi riunite sempre in mezzo al campo in cerchio, è lì il segreto di questo grande gruppo?
"Sì, credo di sì, si è creata un po' questa magia all'interno dello spogliatoio, un gruppo molto solido. Non è stato facile, sono stati bravi i ragazzi, sia i nuovi arrivati e sia i vecchi ad accogliere tutti. Si è creata questa alchimia, questa magia tra di noi che dobbiamo continuare a cavalcare in questo momento".

Chiudiamo questa intervista con una promessa, quest'anno sarei felice se la Fiorentina…
"...arrivasse il più in alto possibile".